L’arresto di Giacomo Bozzoli: la fine di una latitanza
Dalla fuga in Spagna all'arresto in Italia: i dettagli dell'operazione
Dopo aver trascorso del tempo a Marbella, in Spagna, sembrava che Giacomo Bozzoli si fosse allontanato dall’Italia e dall’Europa, forse in un paradiso fiscale o in Africa, per evitare un’eventuale estradizione. Tuttavia, il 39enne condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario è stato arrestato nella sua villa a Soiano, in provincia di Brescia. La sua latitanza è terminata il 11 luglio, dopo undici giorni di indagini e ricerche. Le telecamere spia piazzate dai carabinieri durante una perquisizione hanno rivelato la presenza di Bozzoli nell’abitazione che condivideva con la compagna e il figlio di 9 anni. È stato trovato nascosto in una camera, nel cassettone del letto matrimoniale, indossando boxer e maglietta, come ha dichiarato il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, durante una conferenza stampa.
Bozzoli si era lasciato crescere barba e baffi per cercare di passare inosservato e aveva con sé un borsello contenente 50mila euro in contanti. Non è chiaro se i soldi fossero con lui sin dall’inizio della fuga o se fossero destinati a finanziare la sua latitanza. Il suo ritorno in Italia è avvenuto circa 24 ore prima dell’arresto, e secondo alcune fonti potrebbe essere stato motivato dal desiderio di riabbracciare il figlio.
Il procuratore ha sottolineato che l’ipotesi del ritorno in Italia per mantenere i contatti con il figlio va approfondita, poiché al momento è solo una deduzione. Bozzoli, al momento dell’arresto, non ha opposto resistenza ed è rimasto per lo più in silenzio, limitandosi a dichiarare: “Sono innocente e lo dimostrerò”.
La latitanza di Bozzoli è iniziata ufficialmente il 1° luglio, con la condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario. Secondo la Procura, Bozzoli avrebbe ucciso lo zio gettandolo in un forno della fonderia la sera dell’8 ottobre 2015, a causa di contrasti economici legati alla fonderia di cui lo zio era comproprietario insieme al padre del 39enne. La fuga di Bozzoli era iniziata diversi giorni prima della sentenza della Cassazione, con avvistamenti della sua Maserati Levante tra Soiano, Manerba e Desenzano.
Bozzoli è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza in un resort di lusso a Marbella, in Spagna, il 30 giugno, insieme alla compagna e al figlio. Successivamente, si sarebbe separato da loro il 2 luglio, con la donna e il bambino che sono rientrati in Italia il 6 luglio. Non è ancora chiaro come Bozzoli abbia trascorso quei dieci giorni, ma è probabile che sia rientrato in Italia con un’auto a noleggio, abbandonando la sua Maserati, che non è stata ancora ritrovata. La vicenda si è conclusa con l’arresto di Bozzoli e il suo trasferimento nel penitenziario di Canton Mombello come sorvegliato speciale, in attesa di ulteriori sviluppi.
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