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Governo Meloni modifica decreto sulle liste d’attesa

Controversie e nuove proposte in Senato

Governo Meloni modifica decreto sulle liste d’attesa

Il governo Meloni ha deciso di fare marcia indietro sul controverso decreto sulle liste d’attesa, presentando tre proposte di modifica all’articolo 2 del provvedimento in commissione Affari Sociali del Senato. Questo articolo era stato fortemente contestato dalla Lega e dalle Regioni. La discussione si è spostata all’aula di Palazzo Madama, dove è stato annunciato che non verrà posta la questione di fiducia.

L’articolo in questione prevedeva l’istituzione di un organismo ministeriale con poteri di controllo sulle Asl, che avrebbe potuto sanzionarle in caso di inadempienze sulle norme relative alle liste d’attesa. Le Regioni, sostenute dalla Lega, avevano sollevato obiezioni sulla norma e ora si ritengono soddisfatte della decisione del governo di modificare il decreto.

Secondo il presidente della commissione, Francesco Zaffini, l’obiettivo è stato quello di trovare un punto di incontro con la Conferenza delle Regioni per garantire che lo Stato possa controllare i flussi di spesa in modo da garantire risposte a cittadini fragili in attesa di prestazioni sanitarie.

Con la nuova formulazione, il controllo sulle liste d’attesa sarà gestito dalle Regioni attraverso il Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas), mentre l’organismo di controllo ministeriale interverrà solo in caso di inerzia da parte delle Regioni. Inoltre, questo organismo non avrà poteri di polizia giudiziaria e non potrà esercitare vigilanza sugli erogatori privati.

Il Partito Democratico ha espresso critiche nei confronti del decreto sulle liste d’attesa, definendolo “vuoto” e “fuffa”. Secondo la segretaria Elly Schlein, il decreto non prevede un piano straordinario di assunzioni e si concentra su un approccio inquisitorio e sanzionatorio contro le Regioni. Schlein ha sottolineato la necessità di ascoltare il mondo della sanità e del territorio per trovare soluzioni efficaci.

La scelta del governo di non porre la fiducia è stata apprezzata dal presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, che ha dichiarato che le opposizioni sono compatte e unite nel contestare il decreto. Boccia ha sottolineato l’importanza di garantire risorse adeguate per ridurre le liste d’attesa e ha criticato la riformulazione proposta dalla maggioranza come dannosa.

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Elly Schlein e Francesco Boccia (LaPresse)
Staff
  • PublishedJuly 16, 2024