Omicidio a Rimini: il caso di Pierina Paganelli svelato
L'arresto del vicino di casa porta a una svolta nell'indagine
Il caso di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a ottobre nel garage della sua casa a Rimini, ha subito una svolta con l’arresto di Louis Dassilva, 35enne senegalese vicino di casa della vittima, l’unico indagato per l’omicidio. Pierina è stata brutalmente uccisa la notte del 3 ottobre con 29 coltellate, e il suo cadavere è stato scoperto la mattina seguente dal suo amante, la nuora Manuela Bianchi.
Manuela Bianchi, che sarà sentita dal sostituto procuratore Daniele Paci come persona informata sui fatti, è stata la prima a trovare il corpo senza vita di Pierina. Dassilva, interrogato insieme alla moglie Valeria Bartolucci, che rappresenta il suo unico alibi, risponde di omicidio volontario pluriaggravato con l’aggravante dei futili motivi e della crudeltà.
Pierina, ex infermiera, tornata a casa dopo un incontro di preghiera coi Testimoni di Geova, è stata attirata in trappola nel garage, dove il suo assassino l’ha colpita ripetutamente con coltellate, lasciandole solo il tempo di urlare sette volte prima di crollare senza vita. Il cadavere della donna è stato ritrovato la mattina successiva dalla nuora, che inizialmente non lo aveva riconosciuto a causa di un tentativo maldestro di inscenare una violenza sessuale.
Le indagini si sono concentrate sui residenti del condominio, in particolare su Manuela Bianchi, Dassilva e la moglie dell’uomo, Valeria Bartolucci, ex amica della Bianchi. Un’altra vicenda che ha attirato l’attenzione è stata l’incidente stradale che ha coinvolto il figlio della vittima, Giuliano Saponi, mesi prima dell’omicidio.
Secondo la Procura di Rimini, Dassilva avrebbe ucciso Pierina per paura che l’anziana scoprisse la relazione con la nuora. Le intercettazioni e un video di una telecamera di sicurezza hanno contribuito a incastrare Dassilva, rivelando incongruenze tra il suo alibi e le immagini registrate.