Politica

Salvini e l’uso controverso dei social: incitamento all’odio e divisioni politiche

Un'analisi sul comportamento del vicepremier e le reazioni suscitate

Salvini e l’uso controverso dei social: incitamento all’odio e divisioni politiche

Nel contesto in cui i rappresentanti di tutte le forze politiche stanno chiedendo di ridurre la tensione, il vicepremier Matteo Salvini continua a condividere sui social contenuti che vanno in direzione opposta, suscitando reazioni di rabbia e commenti pieni di odio tra i suoi seguaci.

Dopo i numerosi post riguardanti l’attentato a Donald Trump, in cui ha implicitamente accusato le sinistre di aver ispirato l’attentatore (che però era iscritto al Partito Repubblicano e sostenitore di una potente lobby delle armi vicina all’estrema destra), il leader della Lega ha preso di mira due manifestanti a Milano che protestavano contro l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi.

Le due giovani, mostrate sui profili social del vicepresidente del Consiglio (5 milioni di follower su Facebook, 2,3 su Instagram), sono state esposte pubblicamente senza nascondere il volto, con due frecce che indicavano la scritta “aeroporco” sulle loro magliette: un termine colorito per ricordare gli scandali sessuali che hanno coinvolto l’ex leader del centrodestra a cui è stato recentemente intitolato lo scalo.

Un termine sicuramente offensivo, ma che non giustifica in alcun modo il comportamento di un uomo delle istituzioni, con un vasto seguito sui social, nel mettere in piazza due giovani cittadine e alimentare discorsi di odio nei loro confronti.

Questo metodo ricorda le pratiche passate, ai tempi della comunicazione aggressiva di Luca Morisi, definito la “bestia”, utilizzato sia contro giovani manifestanti che contro personaggi più o meno noti. Tra i casi più eclatanti, si ricorda il video di un ragazzo con dislessia deriso durante un comizio delle “sardine” da Salvini e dai suoi sostenitori.

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Il post di Salvini (Instagram)

La destra si divide su Trump: toni pacati da Meloni, tifo da stadio da Salvini. Le sinistre ieri in piazza a Milano contro l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Salvini, mostrando la foto delle manifestanti, le descrive come “garbate, educate e dolci fanciulle”, seguita da una serie agghiacciante di commenti sotto, tra cui insulti sessisti e offese personali.

Il tema ricorrente dei commenti dei seguaci del vicepremier sono i riferimenti ai comunisti e il sessismo più volgare. È preoccupante che un’importante figura istituzionale utilizzi i suoi profili social per incitare le folle contro semplici cittadini che esprimono le proprie opinioni in piazza.

Le immagini di manifestanti con scritte provocatorie sono sempre molto ricercate dai fotografi delle agenzie di stampa, e non è stato certo Salvini a organizzare la foto delle due giovani con le magliette provocatorie. Il problema sta nel modo in cui queste immagini vengono diffuse a un vasto pubblico, con messaggi che generano reazioni negative, senza considerare il rischio di attirare individui malintenzionati tra i milioni di follower.

Questo comportamento rappresenta un limite che un uomo delle istituzioni non dovrebbe mai superare.

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Due commenti di utenti verificati dal profilo Instagram di Matteo Salvini