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La premier Giorgia Meloni e la questione migratoria in Libia

Cooperazione trans-mediterranea e controversie sulle cifre dei migranti

La premier Giorgia Meloni e la questione migratoria in Libia

La premier Giorgia Meloni ha sottolineato la cooperazione tra pari durante il forum trans-mediterraneo sulle migrazioni a Tripoli, in Libia. Questo messaggio sembra essere rivolto al primo ministro libico Abdulhameed M. Dabaiba, il cui ministro degli interni ha recentemente segnalato la presenza di circa 2,5 milioni di migranti irregolari in Libia, provenienti principalmente dall’Africa subsahariana, dall’India e dal Bangladesh.

Tuttavia, i dati dell’Oim indicano che il numero effettivo di migranti presenti in Libia tra marzo e maggio 2024 è di circa 725 mila, molto inferiore alla cifra citata dal ministro libico. Queste dichiarazioni sembrano essere un richiamo all’Italia e all’Europa sul ruolo cruciale svolto dalla Libia nel gestire il flusso migratorio, per il quale riceve finanziamenti significativi.

La premier Meloni ha enfatizzato che i migranti illegali rappresentano una minaccia per quelli legali, sottolineando la necessità di contrastare le organizzazioni criminali che controllano i flussi migratori. Il governo italiano ha adottato decreti flussi per ampliare le quote di ingresso per tre anni, favorendo le nazioni che collaborano nella lotta contro i trafficanti di esseri umani.

Le Ong hanno sollevato dubbi sulla sicurezza in Libia, sottolineando che la guardia costiera libica potrebbe essere coinvolta in attività criminali legate al controllo dei migranti. Sos Mediterranee ha denunciato che il forum trans-mediterraneo non affronta adeguatamente la protezione della vita umana e il rispetto del diritto marittimo internazionale.

Le preoccupazioni riguardano anche il ruolo della guardia costiera libica, finanziata dall’Europa, che talvolta utilizza metodi violenti per intercettare le imbarcazioni dei migranti. Recentemente, durante un’operazione di salvataggio della nave Mare Jonio, la guardia costiera libica ha aperto il fuoco, mettendo a rischio la vita dei naufraghi.

Le Ong hanno chiesto alle autorità di indagare sull’attacco e di garantire il rispetto dei diritti umani, criticando le politiche di criminalizzazione delle organizzazioni umanitarie e di respingimento dei migranti. Mediterranea ha presentato un esposto alla procura di Roma per i reati di pirateria, tentato sequestro di persona, tortura e violenze, accusando la guardia costiera libica di essere coinvolta in attività illegali.

Infine, gli avvocati dell’Ong hanno diffuso un video per smentire le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiedendo un’indagine approfondita sulle azioni della guardia costiera libica e la tutela dei diritti umani dei migranti.

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Staff
  • PublishedJuly 17, 2024