Giovanni Toti: Nuova Accusa di Finanziamento Illecito e Polemiche Politiche
Arresti Domiciliari, Irregolarità Finanziarie e Critiche di Matteo Salvini
Giovedì 18 luglio, durante l’interrogatorio di garanzia da remoto per gli arresti domiciliari bis relativi alla nuova accusa di finanziamento illecito, Giovanni Toti ha scelto di non rispondere alle domande della giudice Paola Faggioni. Questa nuova misura cautelare è scattata nei confronti del presidente della Regione Liguria, già ai domiciliari dal 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione.
Le presunte irregolarità finanziarie riguardano gli spot elettorali per le elezioni comunali genovesi del 2022, trasmessi sul maxischermo di Terrazza Colombo e pagati da Esselunga. Oltre a Toti, sono coinvolti nell’indagine l’ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, l’editore di Primocanale Maurizio Rossi e l’ex membro del cda di Esselunga Francesco Moncada.
Già durante l’interrogatorio di garanzia per la prima misura cautelare, il 10 maggio scorso, Toti aveva scelto di non rispondere, salvo poi richiedere un confronto con i pm pochi giorni dopo. Il legale Stefano Savi, difensore del governatore, ha depositato il ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale del Riesame che ha confermato gli arresti domiciliari per Toti nella sua residenza di Ameglia (La Spezia), sostenendo il rischio di reiterazione del reato.
Matteo Salvini ha commentato la situazione definendo la giustizia politicizzata e le opposizioni che chiedono le dimissioni di Toti come “squalide quaquaraqua”. Secondo Salvini, chi strumentalizza la giustizia per influenzare i risultati elettorali non agisce nell’interesse del Paese. Ha sottolineato che la decisione di confermare gli arresti domiciliari è una scelta politica e ha denunciato un’attività politico-partitica a favore dei partiti di sinistra.
Salvini ha espresso preoccupazione per il possibile effetto intimidatorio di queste misure, sottolineando che sarebbe pericoloso creare un precedente in cui si mettono agli arresti domiciliari persone basandosi su dubbi e sospetti anziché su prove concrete. Ha evidenziato la necessità di rispettare il principio di presunzione di innocenza e di garantire un giusto processo.
Infine, Salvini ha criticato aspramente il modo in cui vengono gestiti casi come quello di Toti, sottolineando che in un Paese civile si è considerati colpevoli solo dopo tre gradi di giudizio, mentre in questo caso si è agli arresti domiciliari ancor prima dell’inizio del processo.
La vicenda continua a tenere banco, suscitando polemiche e dibattiti sulla correttezza e l’imparzialità della giustizia nel nostro Paese.