Caos in carcere: detenuti armati mettono a soqquadro il penitenziario
Gravi disordini e sovraffollamento: la situazione critica delle carceri italiane
Ancora caos in carcere: quattro detenuti armati di spranghe hanno messo a soqquadro il reparto del penitenziario Santa Maria Maggiore. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, ha denunciato gravi disordini in corso. I detenuti hanno utilizzato le assi dei letti come armi, tenendo in scacco l’intero carcere nonostante l’impegno e la professionalità della polizia penitenziaria.
De Fazio ha sottolineato che la professionalità del personale ha finora evitato scontri fisici, senza segnalazioni di contusi o feriti. I detenuti coinvolti fanno parte di una sezione che ospita una trentina di ristretti in un carcere con una capienza massima di 159 posti, ma attualmente ne contiene 245. La carenza di personale della polizia penitenziaria è evidente, con 18mila operatori mancanti a livello nazionale e un centinaio a Venezia su 145 presenti.
Le proteste e le rivolte nei penitenziari italiani sono sempre più frequenti, con numerosi suicidi registrati dall’inizio dell’anno. Ad esempio, a Porto Azzurro un detenuto si è autolesionato due volte, mentre a Gorizia un gruppo di detenuti ha dato fuoco ai materassi nelle celle, causando intossicazioni tra cui agenti della penitenziaria.
L’associazione Antigone ha denunciato le condizioni disumane delle carceri italiane, evidenziando sovraffollamento, celle infuocate, mancanza di spazio vitale e aumento dei suicidi. Il tasso di affollamento reale supera il 130%, con alcune strutture che registrano percentuali superiori al 150% e addirittura al 190%, come San Vittore, Brescia Canton Monbello e Foggia.
Antigone ha criticato le misure di sicurezza proposte dal governo, definendo la situazione carceraria una priorità che richiede interventi urgenti per ripristinare la dignità del sistema penitenziario. Il presidente Sergio Mattarella ha sottolineato la gravità della situazione carceraria in Italia, definendo le condizioni indecorose per un Paese civile e ribadendo la necessità di attuare misure per migliorare la situazione.