Condanna per traffico di droga in Egitto: il caso di Giacomo Passeri
Il giovane italiano condannato a 25 anni di carcere e la lotta per i suoi diritti
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che il giovane italiano Giacomo Passeri è stato trovato con una quantità significativa di droga, confermando così l’accusa di traffico di stupefacenti che ha portato alla sua condanna a 25 anni di carcere in Egitto. La notizia della sentenza è stata resa nota dal fratello di Giacomo, Andrea Passeri, il 21 agosto.
Inizialmente si era parlato di una modesta quantità di marijuana per uso personale, ma ora il governo fornisce ulteriori dettagli sulle prove in possesso del tribunale del Cairo. Passeri è stato trovato in possesso di 40 ovuli di cocaina, una quantità che, secondo Tajani, non può essere considerata per uso personale, ma indica chiaramente un coinvolgimento nel traffico di droga.
Tajani ha assicurato che verranno vigilati affinché i diritti di Passeri siano rispettati durante il processo di appello e ha sottolineato l’impegno a seguire da vicino la situazione di tutti gli italiani coinvolti in procedimenti giudiziari all’estero.
Nel frattempo, l’avvocato di Passeri, Shaaban Said, ha annunciato che chiederà l’assoluzione e l’estradizione in Italia del suo assistito, condannato all’ergastolo e a una multa di 500mila sterline. Said ha criticato il procedimento processuale sostenendo che gli avvocati inquirenti non hanno partecipato alle udienze, e ha dichiarato di fare ricorso al verdetto per ottenere l’assoluzione davanti alla Corte d’appello.
Tajani ha espresso preoccupazione per il trattamento del detenuto, sottolineando che la pena dovrebbe essere la privazione della libertà e non comportare umiliazioni o violazioni dei diritti umani. Il ministro ha assicurato che si impegnerà affinché Passeri riceva un trattamento rispettoso dei suoi diritti sia in Italia che in Egitto.