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Controversia sull’assistenza agli alunni disabili: la sentenza del Consiglio di Stato

Polemiche e implicazioni della riduzione delle ore di assistenza scolastica

Controversia sull’assistenza agli alunni disabili: la sentenza del Consiglio di Stato

L’assistenza degli alunni con disabilità deve tener conto dei vincoli finanziari delle amministrazioni locali, come stabilito dalla sentenza 1798 del 2024 del Consiglio di Stato, emessa il 12 agosto scorso. Questa decisione ha generato polemiche tra famiglie e associazioni, potendo costituire un importante precedente giuridico.

La controversia ha avuto origine dal ricorso presentato da una famiglia che, durante l’anno scolastico 2022/2023, ha lamentato la riduzione delle ore di assistenza scolastica rispetto a quanto previsto dal Piano Educativo personalizzato (Pei), approvato dai docenti e dal dirigente scolastico. In particolare, si discuteva delle ore extra relative all’assistente all’autonomia e alla comunicazione, figura professionale che supporta gli alunni disabili.

Normalmente, la richiesta di assistenza viene inoltrata dalla scuola agli enti locali, i quali sono tenuti a fornire un assistente specializzato. Tuttavia, in questo caso, il comune aveva deciso di ridurre le ore di assistenza per motivi di bilancio, poiché non erano disponibili le risorse finanziarie necessarie per garantire tutte le ore stabilite dal Pei.

Di fronte a questa decisione, i genitori del ragazzo disabile hanno fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar), che ha però dato ragione all’amministrazione locale. Successivamente, la famiglia si è rivolta al Consiglio di Stato, il quale ha nuovamente respinto le loro richieste, sottolineando che il Pei ha valore di proposta e non di vincolo, non essendo redatto dalle autorità amministrative locali che, tuttavia, sono parzialmente responsabili del suo finanziamento.

Nella sentenza si evidenzia che il decurtamento delle ore non avrebbe compromesso gli obiettivi educativi, poiché il diritto all’inclusione, seppur fondamentale, non è assoluto. Viene richiamato il principio di “accomodamento ragionevole”, sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, il quale permette agli Stati di promuovere l’inclusione senza sostenere oneri sproporzionati.

Tuttavia, la sentenza potrebbe creare un precedente significativo, suscitando preoccupazioni tra associazioni e famiglie. La Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) ha espresso forte preoccupazione, definendo la decisione un grave passo indietro nella tutela dei diritti fondamentali degli studenti con disabilità.

La Fish ha sottolineato che negare il diritto all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione, considerandolo un semplice interesse legittimo subordinato alle disponibilità di bilancio, contrasta con la giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale. La Federazione auspica un’adunanza generale del Consiglio di Stato per garantire un orientamento coerente e rispettoso dei diritti degli studenti con disabilità.

Questa sentenza si aggiunge al caos previsto per l’inizio dell’anno scolastico in Italia, anticipando un autunno caldo per famiglie e insegnanti.