Notizie

Emergenza sanitaria a Brindisi: la lenta agonia dell’ospedale Perrino

La vicenda di una bambina e i problemi del sistema sanitario pubblico

Emergenza sanitaria a Brindisi: la lenta agonia dell’ospedale Perrino

Una bimba di nove anni ha avuto bisogno di un antibiotico e i genitori hanno deciso di farle fare un’iniezione di penicillina e lidocaina da un’infermiera. Purtroppo, qualcosa è andato storto e la zona del gluteo in cui è stata fatta l’iniezione è diventata scura, con il muscolo che è andato in necrosi. I genitori si sono affrettati a portare la bambina all’ospedale Perrino di Brindisi, ma quello che è successo dopo ha messo in luce i problemi del sistema sanitario pubblico.

I medici che si sono presi cura della piccola hanno dovuto approfondire gli esami e fare una risonanza, ma la bimba aveva un apparecchio dentale che è stato necessario rimuovere. Non essendoci l’odontoiatra disponibile, sono stati i genitori a occuparsene. È stato in quel momento che la coppia ha iniziato a rendersi conto che la situazione in ospedale era molto diversa da quanto si aspettavano.

La situazione è peggiorata quando è emersa la necessità di un intervento chirurgico d’urgenza, che però non poteva essere eseguito lì a causa della mancanza di personale a causa di ferie e malattie. Ai genitori è stata proposta la possibilità di trasferire la bambina all’ospedale pediatrico di Bari, ma hanno deciso di optare per una soluzione di eccellenza. Così la piccola è stata trasferita al Bambin Gesù di Roma, arrivando la notte del 21 agosto a bordo di un’ambulanza privata con un’infermiera per non interrompere la terapia.

Paride Mazzotta, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Puglia, ha parlato della situazione, definendo la situazione come una “morte lenta e silenziosa della sanità pubblica”. Ha annunciato che chiederà un’audizione in commissione Sanità per ottenere spiegazioni sul progressivo smantellamento dell’ospedale Perrino di Brindisi. Mazzotta ha evidenziato la chiusura del reparto di chirurgia plastica e il trasferimento di una bambina a Roma per un intervento non eseguibile in quel reparto.

La riforma Calderoli sull’autonomia differenziata è stata al centro delle polemiche, con la Lega che l’ha sostenuta come una legge fondamentale, mentre le opposizioni l’hanno definita come una misura divisiva per l’Italia. Puglia e Sardegna hanno già manifestato il loro dissenso davanti alla Consulta. Questa riforma potrebbe portare a differenze significative nei servizi sanitari, con la possibilità che le regioni offrano salari e condizioni contrattuali diverse, spingendo i professionisti a migrare verso le realtà che offrono le migliori condizioni, lasciando alcuni ospedali senza medici.