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Diritto alla disconnessione: una svolta per i lavoratori australiani

La nuova legge che garantisce il tempo di qualità lontano dal lavoro

Diritto alla disconnessione: una svolta per i lavoratori australiani

Una giornata storica per i dipendenti: così Michele O’Neil, presidente del Consiglio australiano dei sindacati, ha commentato l’entrata in vigore della legge sul diritto alla disconnessione. Da oggi, gli australiani potranno godersi del tempo di qualità con i propri cari senza lo stress di dover rispondere continuamente a chiamate e messaggi di lavoro irragionevoli. Stop a mail e telefonate fuori orario, dunque. Con la nuova misura, i lavoratori australiani possono ora rifiutarsi di controllare, leggere o rispondere alle richieste dei loro datori di lavoro oltre la fine del proprio turno, a meno che non si tratti di questioni ragionevoli.

Il diritto alla disconnessione è una normativa che riguarda al momento le medie e le grandi imprese in Australia, mentre le aziende con meno di 15 dipendenti hanno ottenuto una proroga e dovranno applicare la legge a partire dal 26 agosto 2025. Questa iniziativa è già stata introdotta in Francia nel 2017, in Spagna nel 2018 e in Belgio nel 2022. Tuttavia, le imprese australiane hanno mostrato delle riserve. L’Australian Industry Group, un’organizzazione di datori di lavoro, ha definito le nuove misure affrettate, mal concepite e profondamente confuse.

I datori di lavoro e i dipendenti potrebbero trovarsi in difficoltà nel comprendere se è lecito effettuare o accettare chiamate fuori orario per offrire ore di straordinario, secondo quanto lamentato dall’associazione. Anna Booth del Fair Work Ombudsman (Fwo), un’istituzione australiana indipendente incaricata di garantire il rispetto della legge e di regolare i rapporti sul posto di lavoro, ha incoraggiato i lavoratori a conoscere il diritto alla disconnessione e ad adottare un approccio ragionevole nell’applicarlo sul posto di lavoro.

Il Fwo ha chiarito che il giudizio su cosa sia ragionevole dipende dalle circostanze, includendo il motivo per cui il dipendente viene contattato e la natura del lavoro svolto. Il primo ministro laburista Anthony Albanese, promotore della riforma, ha sottolineato che è importante garantire che le persone non debbano lavorare 24 ore al giorno, poiché non sono pagate per 24 ore al giorno. Questa normativa non riguarda solo il lavoro, ma anche la salute mentale, permettendo alle persone di staccarsi dal lavoro e dedicarsi alla propria famiglia e alla propria vita.