Economia

Possibile stretta sulle pensioni anticipate: cosa cambierebbe

Le ipotesi di intervento del governo e le possibili conseguenze

Possibile stretta sulle pensioni anticipate: cosa cambierebbe

Una possibile stretta sulle pensioni anticipate potrebbe essere in arrivo, secondo quanto riportato dall’Ansa. Il governo potrebbe intervenire sulle modalità di uscita per coloro che desiderano lasciare il lavoro in base ai contributi versati. Nel corso degli anni, la pensione anticipata (ex anzianità) è stata oggetto di riforme che hanno reso i requisiti più rigorosi: se in passato bastava aver accumulato 35 anni di contributi indipendentemente dall’età, ora sono necessari 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Le cosiddette “finestre” rimangono invece fisse a tre mesi. Questo termine si riferisce al periodo che intercorre tra il momento in cui si ha diritto alla pensione e la data del primo pagamento dell’assegno. Si tratta di un meccanismo che, in sostanza, allunga i tempi per l’inizio dell’erogazione del trattamento, consentendo allo Stato di contenere i costi. Un’artificio che in passato è stato già adottato più volte dal legislatore, come nel caso di Quota 103: con le modifiche apportate dall’ultima legge di bilancio, i tempi per accedere alla pensione sono passati da tre a sette mesi nel settore privato e da sei a nove mesi per i dipendenti pubblici.

Secondo quanto trapelato, l’intenzione del governo sarebbe quella di estendere i tempi di uscita anche per le pensioni anticipate, portandoli a 6-7 mesi, seguendo l’esempio di Quota 103. In tal modo, nel caso in cui questa ipotesi venisse confermata, l’età contributiva necessaria per ottenere la pensione salirebbe a 43 anni e 4 o 5 mesi per gli uomini e a 42 anni e 4 mesi per le donne. Al momento sembra esclusa l’ipotesi di introdurre il ricalcolo contributivo anche per questo tipo di pensioni, misura ritenuta troppo penalizzante per i lavoratori e potenzialmente fonte di conflitto con i sindacati.