Tragico crollo della diga di Arbaat a Port Sudan
Guerra civile e inondazioni provocano disastro umanitario
Decine di persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste ferite nel tragico crollo della diga di Arbaat, situata nella città costiera di Port Sudan, in Sudan, Paese dell’Africa orientale attualmente dilaniato da una guerra civile che dura da circa un anno e mezzo. L’incidente ha provocato almeno 60 vittime e oltre 100 dispersi, come riportato dai media nei giorni successivi.
Amr Eissa Taher, responsabile delle risorse idriche dello stato del Mar Rosso, ha dichiarato che i danni causati dal crollo della diga, che forniva acqua potabile alla città, sono stati estremamente gravi. Le abitazioni circostanti sono state travolte dall’acqua, costringendo molti residenti a cercare rifugio sulle colline rocciose per sfuggire all’innalzamento delle acque. Alcuni di loro sono ancora in attesa di soccorso.
La rottura di una delle più grandi dighe della regione, con una capacità di 25 milioni di metri cubi d’acqua, è avvenuta a causa delle inondazioni scatenate dalle intense piogge che da settimane si abbattono sullo Stato affacciato sul Mar Rosso. Secondo i dati forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari Umanitari, si stima che circa 118.000 persone siano state costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa delle inondazioni, mentre dal mese di giugno sono ben 317.000 le persone colpite dagli effetti devastanti delle forti precipitazioni in 60 località del Sudan. Sono state distrutte circa 27.000 abitazioni e altre 31.240 sono state danneggiate.
Questi eventi si aggiungono ai problemi già causati dalla guerra civile che ha mietuto vittime e provocato la fame di migliaia di persone. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, più di 10,7 milioni di individui hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa dei combattimenti, di cui oltre 2 milioni hanno cercato rifugio nei paesi confinanti.
