Economia

Manovra 2025: Taglio tasse per ceto medio e pensionati

Proposte e sfide per la riforma fiscale in Italia

Manovra 2025: Taglio tasse per ceto medio e pensionati

Dopo la pausa estiva, il governo è tornato al lavoro con l’obiettivo di concentrarsi sulla manovra 2025. Tra le misure in discussione, sembra confermata la proroga del taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro e la riduzione delle aliquote Irpef a tre, ma si pone ora l’attenzione su un nuovo obiettivo: ridurre le tasse per il ceto medio, in particolare per coloro che percepiscono un reddito fino a 50mila euro.

Le principali sfide riguardano le coperture finanziarie, considerando anche la questione delle pensioni. Dopo la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, si stanno valutando diverse opzioni per rendere il sistema fiscale più equo, magari rivedendo le agevolazioni fiscali che comportano un costo annuo di 105 miliardi di euro per lo Stato.

Una possibile soluzione potrebbe essere intervenire sui bonus fiscali, tagliando le agevolazioni per i redditi più elevati. Questo solleva interrogativi sul destino delle detrazioni per i mutui sulla prima casa e per le spese sanitarie, e su chi potrebbe essere maggiormente interessato dai tagli.

Il taglio delle tax expenditures

Per finanziare la conferma del taglio del cuneo fiscale per il 2025, saranno necessari quasi 10 miliardi di euro, mentre il taglio e l’accorpamento delle aliquote Irpef comporteranno circa 4 miliardi di euro. Tuttavia, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, propone di estendere la riduzione dell’Irpef anche al ceto medio e ai pensionati.

Per realizzare questo obiettivo, è necessario individuare risorse aggiuntive, che potrebbero derivare da una revisione delle agevolazioni fiscali, le cosiddette tax expenditures. Attualmente, esistono circa 625 agevolazioni fiscali, con un costo totale superiore ai 100 miliardi di euro all’anno. Si evidenzia che le detrazioni sull’Irpef sono concentrate sui contribuenti con redditi più elevati, sollevando questioni di equità fiscale.

Marco Osnato, presidente della commissione Finanze alla Camera, ha definito le agevolazioni fiscali esistenti come una vasta gamma di incentivi e bonus, alcuni dei quali hanno un valore significativo, come le detrazioni per le spese mediche, mentre altri sembrano essere spese superflue.

Bonus fiscali su mutui e spese sanitarie: possibili cambiamenti

Alcuni bonus fiscali, come le detrazioni per le spese sanitarie e per i figli, sembrano intoccabili, mentre altri potrebbero essere rivisti, specialmente quelli introdotti per fini elettorali che coinvolgono un numero limitato di contribuenti. Eliminare le agevolazioni fiscali meno rilevanti, che costano 10 milioni di euro all’anno, porterebbe a un incremento di gettito di soli 400 milioni di euro, insufficiente rispetto al fabbisogno complessivo di 25-26 miliardi di euro.

Si sta quindi considerando la possibilità di intervenire sui redditi più alti, con potenziali tagli che potrebbero apportare al bilancio dello Stato un paio di miliardi di euro. Per ottenere risparmi maggiori, potrebbero essere riviste anche le detrazioni più consistenti, come quelle per le spese sanitarie, gli interessi sui mutui per la prima casa, i premi assicurativi, la previdenza integrativa e le spese di istruzione, con l’applicazione di limiti di reddito.

Al contrario, sembra che un taglio delle deduzioni fiscali, che riducono l’imponibile complessivo, avrebbe un impatto limitato sul gettito fiscale.

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