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Scandalo al Ministero della Cultura: il futuro di Sangiuliano in bilico

Il coinvolgimento di Maria Rosaria Boccia mette a rischio la posizione del ministro

Scandalo al Ministero della Cultura: il futuro di Sangiuliano in bilico

La posizione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si complica sempre di più a causa della vicenda che coinvolge la sua presunta consulente Maria Rosaria Boccia. Questo affare sta mettendo in imbarazzo il governo e la premier Giorgia Meloni, che potrebbe decidere di allontanare il suo stretto collaboratore. Attualmente, il ministro si trova a colloquio con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.

Sangiuliano rischia molto: se venisse confermato che sono stati utilizzati fondi pubblici per pagare viaggi o alloggi alla donna che ha dichiarato di essere stata nominata Consigliere del ministro per i grandi eventi senza alcun decreto ministeriale a conferma di tale ruolo, le sue dimissioni sarebbero inevitabili.

La destra, che sperava di strappare il monopolio della cultura alla sinistra, sembra fallire nel suo intento. All’interno della maggioranza si inizia a parlare di un possibile rimpasto, una parola che fino a poco tempo fa era considerata tabù. Dopo le dichiarazioni dell’influencer sui social e la pubblicazione di documenti del G7 sul suo profilo Instagram, il termine “rimpasto” circola con insistenza.

La premier Meloni aveva promesso di contrastare l’egemonia della sinistra nel campo culturale, ma finora i risultati sono stati deludenti. Dalle gaffe del ministro alle dimissioni del sottosegretario per violazione della legge sul conflitto di interessi, dalla crisi del cinema italiano agli scarsi investimenti nel settore culturale, la svolta culturale auspicata dalla destra sembra essere solo un miraggio.

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Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano (LaPresse)

Anche le difese del ministro iniziano a vacillare: il deputato di Forza Italia Giorgio Mulé ha minimizzato la vicenda definendola “gossip”, ma ha ammesso che tutto dipenderà dalle prove che Maria Rosaria Boccia porterà a sostegno della loro amicizia e del coinvolgimento delle istituzioni.

Le eventuali dimissioni di Sangiuliano potrebbero aprire una pericolosa crepa nel governo, con la Lega che potrebbe approfittare delle difficoltà del partito della premier per ottenere una casella in più, magari al Turismo o alla Cultura.

Il futuro del ministero della Cultura è incerto, con diversi nomi che circolano per una possibile successione. La presidente del Consiglio cercherà di mantenere Sangiuliano in carica almeno fino all’inizio del G7 della Cultura il 19 settembre, per evitare difficoltà anche a livello internazionale.

Il destino della cultura italiana, che abbraccia la tradizione millenaria dalla Magna Grecia al Rinascimento e all’Umanesimo, dipenderà da come si evolverà la situazione legata a questa vicenda.

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Alessandro Giuli (LaPresse)