Il ministro della Cultura e la presunta consulente: verità e polemiche
Un'intervista svela dettagli sul rapporto personale tra Sangiuliano e Boccia
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è stato intervistato dal direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci riguardo alla vicenda che coinvolge la sua presunta consulente Maria Rosaria Boccia. Quest’ultima, imprenditrice, ha affermato di essere sua consigliera, una versione precedentemente smentita dal ministro e dal suo staff.
Sangiuliano ha confessato che il suo rapporto con la dottoressa Boccia era di natura personale e affettiva, iniziato dopo un periodo di conoscenza durato da maggio a fine luglio o inizio agosto.
Il ministro ha riconosciuto la delusione sentimentale di Boccia, sottolineando che la sua priorità è la moglie, una persona eccezionale. Ha anche menzionato la delusione per la mancata nomina, sottolineando la sua preferenza per l’istituzione rispetto alla convenienza personale.
Sangiuliano ha dichiarato di aver pagato personalmente tutte le spese relative a Boccia, mostrando al direttore del Tg1 prove tracciate sul suo conto corrente personale. Ha sottolineato di non essere ricattabile poiché non ha utilizzato denaro pubblico in modo improprio.
Il ministro ha chiarito che in alcuni casi le trasferte non sono state pagate con fondi ministeriali, come nel caso di Riva Ligure, dove il sindaco ha coperto le spese. Ha precisato di rispettare il budget del ministero e di aver pagato personalmente in tre delle cinque trasferte menzionate.
La presunta consulente Boccia sostiene di essere stata collaboratrice di Sangiuliano, ma non risulta alcun incarico ufficiale o consulenza nei registri del ministero. La questione si complica con l’accesso a informazioni sensibili, come quelle relative al summit del G7, su cui sono state sollevate perplessità.
Boccia ha replicato alle dichiarazioni del ministro su Instagram, definendo le sue parole bugie e ribadendo di non essere ricattabile. La vicenda tra Boccia e Sangiuliano sembra destinata a protrarsi, creando imbarazzo nel governo Meloni.