Invasione nel reparto di oncologia: caos e violenza all’ospedale di Pescara
Un'irruzione devastante mette in pericolo la sicurezza del personale e dei pazienti
Tavoli ribaltati, porte divelte, vari oggetti gettati a terra: è quanto hanno trovato gli operatori sanitari al loro risveglio venerdì mattina, 13 settembre, nel reparto di oncologia dell’ospedale di Pescara. Circa quaranta persone, uomini e donne di etnia rom, hanno invaso il quinto piano dell’ospedale, trasformando gli ambienti in un caos di grida, minacce e insulti. L’irruzione è avvenuta intorno alle 7 del mattino, dopo la notizia della morte di un uomo di 60 anni affetto da una grave patologia, parente di alcuni degli invasori.
Dopo essere riusciti ad entrare con la forza, i cittadini hanno invaso i corridoi del reparto, trasformandoli in una sorta di campo di battaglia. Solo l’intervento della guardia giurata e successivamente delle forze dell’ordine ha riportato la calma. Gli agenti della squadra volante della questura e i carabinieri sono intervenuti per scortare la salma fino all’obitorio, garantendo la sicurezza e l’ordine.
Il direttore generale della Asl, Vero Michitelli, ha condannato fermamente l’atto di violenza perpetrato, sottolineando la gravità dell’aggressione nei confronti degli operatori sanitari, dei pazienti e del reparto di oncologia. Ha espresso la sua indignazione per il disprezzo mostrato verso l’impegno e la dedizione quotidiana del personale medico, infermieristico e socio sanitario.
Secondo il direttore della Asl, l’episodio va oltre il danneggiamento materiale subito dall’ospedale, rappresentando un attacco alla dignità di tutta la comunità ospedaliera e a chi crede nei valori della salute e del rispetto. Ha espresso solidarietà al personale coinvolto e ai pazienti presenti, assicurando il suo pieno sostegno. Ha ringraziato le forze dell’ordine per l’intervento e ha chiesto alle autorità competenti di garantire la sicurezza di tutti coloro che lavorano nell’azienda e di tutelare il diritto alla salute di ogni cittadino.