Politica

Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte nel Movimento 5 Stelle

Un confronto sul futuro e l'identità del partito

Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte nel Movimento 5 Stelle

Lo scontro tra il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e l’ex premier Giuseppe Conte si fa sempre più acceso, un confronto che si preannuncia lungo fino alla conclusione della fase costituente prevista con un’assemblea il 19 e 20 ottobre.

Grillo attacca duramente Conte, affermando che il suo approccio non rappresenta un rinnovamento, bensì un abbattimento. Il fondatore del Movimento 5 Stelle sottolinea la necessità di scegliere tra due visioni contrastanti del partito: una basata sulla partecipazione dal basso e l’altra rappresentata da Giuseppe Conte. Secondo Grillo, l’attuale percorso intrapreso non rappresenta un vero rinnovamento, bensì un’opera di demolizione per costruire qualcosa di radicalmente diverso dal Movimento 5 Stelle originario.

Grillo evidenzia l’importanza della regola del secondo mandato come pilastro fondante del Movimento 5 Stelle, sottolineando la necessità di preservare il simbolo, il nome e la regola stessa. Il garante del partito ribadisce che tali elementi sono imprescindibili per mantenere l’identità e i valori del Movimento.

Le dichiarazioni di Grillo hanno accentuato la frattura all’interno del M5S, suscitando reazioni da entrambe le fazioni. Il vicepresidente pentastellato Riccardo Ricciardi ha espresso disaccordo con Grillo, sottolineando la necessità di un contributo diverso da parte del fondatore del Movimento. Ricciardi ha evidenziato la necessità che le decisioni sul simbolo e sul doppio mandato siano prese dall’assemblea costituente, non da singoli individui.

Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti, ha espresso un parere opposto, supportando le posizioni di Grillo e sottolineando la rottura già presente all’interno del Movimento 5 Stelle. Toninelli ha criticato indirettamente Giuseppe Conte, evidenziando le divergenze interne al partito tra una componente orientata alla democrazia diretta e un’altra incentrata sul posizionamento politico.

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Beppe Grillo e Giuseppe Conte (LaPresse)

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