Sciopero Samsung in India: sfida per Modi
Proteste operaie e arresti in uno stabilimento chiave
Uno sciopero lungo una settimana ha paralizzato la produzione presso uno dei maggiori colossi tecnologici globali, mettendo alla prova la politica di Narendra Modi, il premier indiano che punta a attrarre investitori stranieri e posizionare l’India come leader mondiale nel settore dell’elettronica.
Gli oltre 1.800 dipendenti dello stabilimento Samsung di Sriperumbudur, situato nei pressi di Chennai, da mesi rivendicano aumenti salariali, miglioramenti delle condizioni lavorative e il riconoscimento della rappresentanza sindacale da parte dell’azienda.
Dopo una settimana di proteste, le richieste dei lavoratori sono state represse dalle autorità: oggi, lunedì 16 settembre, a Chennai, capitale del Tamil Nadu, circa cento lavoratori e leader sindacali sono stati arrestati per aver tentato una marcia non autorizzata a sostegno dello sciopero in corso da una settimana.
Questo arresto rappresenta un’escalation della protesta, una delle più imponenti azioni di lotta operaia degli ultimi anni in India, che ha già causato gravi danni alla produzione di Samsung. I due stabilimenti dell’azienda nel Paese contribuiscono per circa un quarto del fatturato annuale globale del gigante sudcoreano dell’elettronica, che ammonta a 12 miliardi di dollari.