Cronaca

Sentenza controversa su molestie sessuali: il caso della hostess e del sindacalista

La Corte d'Appello di Milano assolve l'imputato nonostante toccamenti e ritardo nel rifiuto

Sentenza controversa su molestie sessuali: il caso della hostess e del sindacalista

La hostess che aveva denunciato molestie sessuali da parte di un sindacalista ha reagito troppo tardi, pronunciando un “no” che sanciva la mancanza di consenso dopo circa 20 secondi. La Corte d’Appello di Milano ha depositato le motivazioni della sentenza, affermando che l’imputato non ha usato violenza, nonostante si siano verificati toccamenti repentini. Si legge tra le motivazioni che la condotta non ha reso impossibile alla persona offesa reagire, poiché si è protratta per una finestra temporale di 20-30 secondi, dando alla vittima la possibilità di allontanarsi.

Nel 2018, la hostess si era rivolta al sindacalista, in servizio a Malpensa, per una vertenza sindacale. Aveva denunciato di aver subito molestie sessuali, supportata dalle testimonianze di altre colleghe che avevano riferito comportamenti simili da parte dello stesso sindacalista. Nonostante ciò, l’uomo è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale.

Dopo il verdetto di assoluzione in primo grado, la presidente del collegio aveva spiegato che la vittima è stata creduta, ma non è stata raggiunta la prova in dibattimento sulle molestie denunciate. La Corte ha respinto l’appello della Procura e della legale della hostess, l’avvocata Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale dell’associazione Differenza Donna che ha seguito il caso.

Secondo i giudici di secondo grado, quei 20 secondi di passività sarebbero stati sufficienti a non dimostrare il dissenso della hostess. La sentenza è stata criticata per essere retrograda di trent’anni e per ignorare la giurisprudenza della Cassazione, come lamentato dalla legale.