Economia

Tupperware: Dal Successo Mondiale alla Crisi Finale

Il colosso dei contenitori di plastica annuncia la procedura fallimentare e la possibile sparizione dell'azienda

Tupperware: Dal Successo Mondiale alla Crisi Finale

Dopo anni di difficoltà, il colosso dei contenitori di plastica Tupperware ha annunciato di aver avviato una procedura fallimentare. L’azienda statunitense, celebre in tutto il mondo per i suoi prodotti presenti quasi in ogni casa, potrebbe sparire per sempre.

Una crisi che si prolunga da tempo e che adesso è arrivata al suo apice, come spiegato da Laurie Ann Goldman, Ceo della società. Negli ultimi anni, la posizione finanziaria dell’azienda è stata gravemente influenzata dal difficile contesto macroeconomico. Di conseguenza, abbiamo esplorato numerose opzioni strategiche e abbiamo stabilito che questa è la strada migliore da seguire. Questo processo è pensato per fornirci una flessibilità essenziale mentre perseguiamo alternative strategiche per supportare la nostra trasformazione in un’azienda digitale e tecnologicamente avanzata, meglio posizionata per servire i nostri stakeholder.

Come specificato nell’istanza, il gruppo si impegna a proseguire il lavoro durante la procedura, continuando a pagare i dipendenti e i fornitori. La società ha chiesto di poter far ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare statunitense simile all’amministrazione straordinaria italiana, così da poter restare operativa concordando con un tribunale un piano di risanamento dei debiti.

Nei documenti depositati alla Corte fallimentare del Delaware, Tupperware stima i suoi beni tra i 500 milioni e il miliardo di dollari, mentre il passivo tra capitale e debiti va tra 1 e 10 miliardi. Inoltre, ci sono tra i 50mila e i 100mila creditori. Nella giornata di ieri a Wall Street il titolo Tupperware è stato sospeso, segnando forse un punto di non ritorno. I primi segnali erano arrivati già ad agosto, quando il gruppo aveva spiegato di affrontare notevoli problemi di liquidità, con l’amministrazione che aveva seri dubbi sulla capacità di continuare l’attività. Un indizio sulla situazione di difficoltà economica della società, che adesso va inesorabilmente verso il fallimento.

Dal successo mondiale alla crisi

Come riportato sul sito di Tupperware, la storia dell’azienda inizia nel 1946, quando il chimico Earl Tupper ebbe un’ispirazione mentre creava stampi in una fabbrica di materie plastiche subito dopo la Grande Depressione. Se fosse riuscito a progettare una chiusura ermetica per contenitori di plastica, come quelli di una lattina di vernice, avrebbe potuto aiutare le famiglie stanche della guerra a risparmiare denaro sui costosi sprechi alimentari. E così è stato.

Un’idea geniale che nel corso degli anni ha trasformato il marchio Tupperware in una vera e propria icona mondiale, divenendo sinonimo di qualsiasi contenitore di plastica utilizzato per contenere cibi o altro. Ma nonostante il successo globale, la crisi è arrivata inesorabile. L’azienda conta debiti enormi, ha dovuto ristrutturare i propri impegni finanziari per la prima volta nel 2020. Inoltre, non pubblica i conti dal 2022, anno in cui è stato registrato un crollo del fatturato di 1,3 miliardi di dollari, il 42% in meno rispetto a cinque anni prima.

Lo scorso giugno l’azienda ha annunciato l’intenzione di chiudere a gennaio 2025 l’ultima sede presente negli Stati Uniti, con i licenziamenti dei 140 dipendenti che dovrebbero partire già dalla fine di settembre. Secondo Bloomberg i piani potrebbero ancora cambiare, ma al momento il colosso Tupperware viaggia verso la bancarotta.