Economia

Germania contro Italia: scontro sull’auto elettrica

La posizione tedesca contrasta le richieste italiane sulla transizione automobilistica

Germania contro Italia: scontro sull’auto elettrica

La Germania non è assolutamente intenzionata ad appoggiare le richieste dell’Italia sulla revisione della strategia europea per il passaggio all’auto elettrica. Anzi, Berlino si oppone alle richieste del governo di Giorgia Meloni di cui ieri si è fatto portavoce il ministro al Made in Italy Adolfo Urso.

Lo ha dichiarato chiaramente il sottosegretario all’Economia tedesco, Sven Giegold, al suo arrivo al Consiglio Ue Competitività a Bruxelles. “Ho visto la stampa italiana riportare alcune delle osservazioni dell’Italia, ma anche della Germania. Ma c’è un malinteso che vorrei chiarire: la Germania non vuole indebolire le norme sul clima, che fanno parte della regolamentazione. Per noi gli obiettivi climatici sono fondamentali”, ha detto senza mezzi termini parlando con i giornalisti e rispondendo a una domanda di Today.it.

La prima scure sulle auto a benzina è prevista già nel 2025, e l’industria europea si sta preparando a questo cambiamento. Si teme che i produttori di automobili europei possano essere surclassati dai veicoli elettrici di altri Paesi. Quindi, è chiaro che non è obiettivo della Germania mettere in discussione l’eliminazione graduale del motore a combustione, ha continuato Giegold.

Ieri Urso aveva avuto un colloquio con il vice cancelliere tedesco e ministro dell’Economia, il verde Robert Habeck, con cui ha avuto un confronto in videoconferenza. A lui ha esposto i punti chiave della sua proposta, il cui cuore è la richiesta di anticipare dall’inizio del 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal ‘Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri’. Anche su questo la Germania di Olaf Scholz ha detto no.

L’Italia, ha sostenuto il ministro Urso, ha chiesto una visione chiara di neutralità tecnologica, che per il governo di Giorgia Meloni significa anche biocombustibile o idrogeno e non solo. E su questo punto la chiusura da parte della Germania è stata totale. “Non chiediamo nuovi biocarburanti che, se si calcola veramente, non sono climaticamente neutri. Producono gas serra dal suolo”, ha detto, aggiungendo che ciò di cui abbiamo bisogno è la neutralità tecnologica.

La differenza tra i due Paesi è evidente anche riguardo ai biocarburanti ed eFuel. L’Italia ha tentato in passato, senza successo, di far passare una clausola per esentare i biocarburanti, su cui sta investendo molto l’Eni, dal bando Ue ai motori a combustione. La Germania invece è riuscita a ottenere l’esenzione per gli eFuel, sostenendo che siano neutrali dal punto di vista climatico.

Gli eFuel, o elettrocarburanti, vengono creati grazie a un complicato processo chimico utilizzando l’elettricità per combinare le molecole di idrogeno dell’acqua con il carbonio della CO2, per creare un carburante liquido che funziona nei motori esistenti come quello normale. Per produrlo si utilizza la CO2 catturata nell’atmosfera o dalle fabbriche, rendendolo considerato a emissioni neutre. I biocarburanti, invece, sono combustibili prodotti da fonti rinnovabili e naturali, come gli oli vegetali, o da oli e altri materiali riciclati, ma sono comunque fonte di nuove emissioni di CO2, anche se minori dei tradizionali benzina e diesel.

Staff
  • PublishedSeptember 26, 2024