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Decreti anti-violenza nel settore sanitario: misure e reazioni

Nuove norme per contrastare gli atti di violenza contro il personale sanitario

Decreti anti-violenza nel settore sanitario: misure e reazioni

Il governo si appresta a varare una stretta contro chi aggredisce il personale sanitario, con l’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge anti-violenze annunciato dal ministro della Salute Orazio Schillaci in risposta ai recenti episodi drammatici ai danni di medici e infermieri. Tra le novità previste, l’arresto in flagranza per gli aggressori e pene più severe per chi danneggia le strutture sanitarie, sia pubbliche che private.

Il decreto-legge contiene cinque articoli che verranno presentati alle Camere. Il primo prevede la reclusione da 1 a 5 anni e multe fino a 10 mila euro per chi distrugge, disperde, deteriora o rende inservibili cose all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie con violenza o minaccia. Il secondo articolo estende l’arresto obbligatorio in flagranza per chi compie atti di violenza contro il personale sanitario e socio-sanitario, introducendo anche la possibilità di arresto in flagranza differita con prove documentali del reato.

Il terzo articolo affronta la questione della videosorveglianza negli ospedali, con l’obiettivo di garantire un maggiore controllo all’interno delle strutture sanitarie. Le misure previste ruotano attorno a una logica di deterrenza, considerando l’aumento degli episodi di violenza fisica e verbale nei confronti del personale sanitario.

Le reazioni del sindacato dei medici dirigenti Ssn Anaao-Assomed e delle associazioni di categoria degli infermieri sono di parziale soddisfazione per le misure adottate, ritenendo che sia necessario intervenire anche sulle cause strutturali che generano gli episodi di violenza. Si sottolinea l’importanza di assumere e valorizzare il personale per migliorare le condizioni di lavoro e garantire una risposta adeguata alle esigenze di cura della popolazione.