Omicidio e smembramento a Sydney: il caso di Mamdouh Noufl
La terribile verità dietro la sparizione e il delitto agghiacciante
Una terribile verità è emersa dopo un anno dalla misteriosa sparizione di un uomo, Mamdouh Noufl, di 62 anni, la cui scomparsa era avvenuta nel maggio dell’anno precedente. La polizia australiana ha arrestato recentemente Nirmeen Noufl, 53 anni, moglie della vittima, accusata di aver commesso un delitto agghiacciante: uccidere il marito e successivamente smembrarne il corpo con una motosega, per poi disfarsi dei resti gettandoli nella spazzatura.
Le indagini sono state avviate dopo la segnalazione dei familiari, portando alla scoperta di dettagli inquietanti. Gli inquirenti affermano che la donna avrebbe ucciso il marito prima di occultarne il cadavere. Un mandato di perquisizione è stato eseguito nella loro abitazione a Juno Parade, a Greenacre, con il supporto di agenti specializzati. Il detective Danny Doherty ha definito il caso come uno dei più raccapriccianti e strani degli ultimi tempi.
Secondo la ricostruzione della polizia, la donna avrebbe attaccato il marito con un coltello, causandone la morte con vari colpi. Successivamente avrebbe smembrato il corpo con una sega elettrica, suddividendo i resti in sacchetti di plastica, poi abbandonati in vari bidoni della spazzatura nella zona sud-ovest di Sydney. Dopo il delitto, la donna avrebbe anche pulito accuratamente l’appartamento in cui viveva con il marito, arrivando persino a cambiare il pavimento.
Nonostante le misure precauzionali adottate, i sospetti nei confronti della donna sono cresciuti nel corso dei mesi, culminando con il suo arresto la settimana scorsa. Il movente del crimine è ancora oggetto di indagine, ma sembra essere di natura economica. Gli investigatori hanno rivelato che la donna ha tratto grandi benefici dalla scomparsa del marito, accumulando ricchezze inspiegabili, vendendo proprietà e facendo numerosi viaggi in Egitto.
Le ricerche per individuare i resti della vittima sono ancora in corso, tuttavia le autorità ritengono che potrebbero non essere mai trovati.
