Motori e mobilità

Matteo Salvini critica CEO Stellantis: polemiche sul futuro dell’auto in Italia

Le dichiarazioni di Salvini e le sfide del settore automobilistico europeo

Matteo Salvini critica CEO Stellantis: polemiche sul futuro dell’auto in Italia

Matteo Salvini ha criticato duramente il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, mettendo in discussione la gestione della principale fabbrica automobilistica in Italia. Il vicepremier ha dichiarato che Tavares dovrebbe provare vergogna per le sue azioni.

Le dichiarazioni di Salvini sono seguite all’audizione del top manager al Parlamento, durante la quale Tavares ha chiesto nuovi incentivi per rilanciare il mercato automobilistico. Queste parole hanno suscitato sconcerto sia tra i partiti di maggioranza che tra le opposizioni. Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso un giudizio netto, affermando che non supporteranno finanziamenti fino a quando non sarà presentato un piano industriale dettagliato con modelli, investimenti e centri di ricerca chiaramente definiti per iscritto. Calenda ha criticato le promesse non mantenute da Tavares e Elkann fino a quel momento, definendole inaccettabili.

Tavares ha sottolineato alla Camera che le auto elettriche sono costose e che senza incentivi diventa difficile competere sul mercato. Il gruppo Stellantis, attivo in politiche di rilancio dei siti produttivi in Italia, chiede stabilità delle regole e condizioni eque per competere a livello internazionale. Tavares ha presentato lo scorso maggio alle organizzazioni sindacali il piano strategico di gruppo e il piano industriale specifico per ogni stabilimento italiano.

Le regole europee del Green Deal, che prevedono la fine della produzione di auto a motore endotermico entro dieci anni, stanno influenzando pesantemente il settore automobilistico. Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor (Csp), ha analizzato le cause della diminuzione delle vendite di Stellantis, sottolineando che la situazione non riguarda solo l’azienda ma coinvolge l’intero mercato europeo, che ha registrato un calo dell’80% delle immatricolazioni rispetto alla situazione pre-crisi.

Le ragioni di questa flessione sono molteplici, dalla congiuntura economica internazionale poco favorevole alla carenza di infrastrutture in Italia, con poche colonnine di ricarica elettrica sulle strade e autostrade. Tuttavia, la principale causa è la politica di transizione dell’Unione Europea, che ha creato numerose difficoltà nel settore automobilistico.

Secondo Quagliano, le vendite in calo dimostrano che le auto elettriche vengono acquistate principalmente grazie agli incentivi, e quando questi finiscono, le vendite si arrestano. Inoltre, Bruxelles impone pesanti multe alle case automobilistiche che non favoriscono le auto elettriche o a basse emissioni, costringendo i produttori a rivedere i propri programmi.

Quagliano ha evidenziato che l’industria europea è in crisi a causa degli oneri imposti dalla transizione verso le auto elettriche, sottolineando che modificare il calendario non è sufficiente. Secondo lui, è necessario rivedere l’intera politica dell’Unione Europea riguardo alle auto elettriche.

Infine, Quagliano ha sottolineato che la scelta di Tavares di puntare sull’ibrido potrebbe essere un compromesso valido, offrendo i vantaggi dell’elettrico senza i suoi svantaggi, come minori emissioni e risparmi per i consumatori.