Migranti riportati in Italia: polemiche e decisioni giudiziarie
La controversia sui migranti riportati in Albania e le reazioni politiche

Il secondo gruppo di migranti accompagnati dalla Marina Militare in Albania è tornato in Italia. Dopo una permanenza di 48 ore nel centro italiano di Gjader, sono giunti a Brindisi nella notte tra l’11 e il 12 novembre. Questo avvenimento si è ripetuto anche per i primi dodici richiedenti asilo. Tuttavia, questa volta la sezione immigrazione del tribunale di Roma ha sospeso il giudizio sulla convalida del loro trattenimento, in risposta al recente decreto sui “Paesi sicuri”, rimettendo la decisione nelle mani della Corte di giustizia europea. Nonostante ciò, il fatto rimane invariato: due gruppi su due sono stati inizialmente lasciati in Albania e successivamente riportati indietro, scatenando una nuova ondata di polemiche tra governo e magistrati.
Il video di BrindisiReport mostra la nave Visalli della guardia costiera che giunge in porto a Brindisi intorno a mezzanotte. I sette migranti, provenienti dal centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, sono sbarcati nei pressi del varco di via Spalato e sono stati successivamente trasferiti presso la struttura di accoglienza, scortati dalla polizia.
Dopo il ritorno del primo gruppo di migranti, il governo ha aggiornato la lista degli Stati di provenienza considerati “sicuri” e ha reso tale norma primaria, con l’intento di obbligare i giudici ad applicarla. Tuttavia, la situazione si è rivelata diversa. La questione si è trasformata in una disputa politica, con il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che ha criticato duramente la decisione, definendola una “sentenza politica contro gli italiani e la loro sicurezza”. Salvini ha sottolineato la necessità di proteggere i cittadini e ha attaccato i giudici che, a suo dire, non applicano le leggi in modo imparziale.
Il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, ha ribattuto a Salvini, sottolineando l’importanza della primazia del diritto dell’Unione europea e la necessità per i giudici di rispettarla. Casciaro ha difeso il ruolo dei magistrati nel garantire il rispetto delle normative europee e sovranazionali, sottolineando che i giudici stanno semplicemente facendo il loro dovere nel contesto legale stabilito.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere: il Pd ha condannato le azioni del governo, definendole “crudeli e vergognose”, mentre Italia Viva e Forza Italia hanno chiesto chiarimenti sulle decisioni prese riguardo ai migranti. Il Viminale si prepara a confrontarsi con la Corte di giustizia europea per difendere le proprie posizioni, ma i tempi per risolvere la questione si preannunciano lunghi. L’attenzione è ora rivolta al prossimo 4 dicembre, quando la Cassazione dovrà esprimersi sulla possibilità dei giudici di agire autonomamente o di doversi conformare alla lista dei “Paesi sicuri” stabilita dal governo.
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