Israele a Gaza: Genocidio e Crimini di Guerra
Rapporto ONU e HRW denunciano violenze e sfollamenti forzati
Una commissione delle Nazioni Unite ha concluso che i metodi di guerra di Israele a Gaza sono coerenti con le caratteristiche del genocidio, incluso l’uso della fame come arma di guerra. Il Comitato speciale delle Nazioni Unite ha sottolineato le numerose vittime civili e le condizioni di pericolo per la vita imposte ai palestinesi.
Il 14 novembre è stato pubblicato un rapporto di Human Rights Watch, un’organizzazione non governativa specializzata nei diritti umani. Lo studio indica che Israele ha condotto una violenta campagna di sfollamento forzato contro quasi 2 milioni di civili palestinesi durante i bombardamenti e l’occupazione militare della Striscia di Gaza dall’ottobre 2023.
Gli autori del rapporto sui crimini di guerra nella Striscia di Gaza sostengono che queste politiche equivalgono a crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Accusano il governo israeliano di aver condotto una pulizia etnica contro i palestinesi, demolendo ampie zone civili per creare zone cuscinetto e corridoi di sicurezza in tutta l’enclave assediata.
Nei 13 mesi successivi agli attacchi terroristici palestinesi guidati da Hamas contro Israele nel 7 ottobre 2023, la campagna di rappresaglia a Gaza ha costretto circa 1,9 milioni di palestinesi ad abbandonare le proprie case, come confermato dal Coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite. Questo corrisponde a quasi il 90% della popolazione della Striscia.
Mentre i civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case per cercare rifugio in zone sicure sparse nella Striscia di Gaza, l’IDF ha demolito infrastrutture civili e bombardato incessantemente l’area. Decine di migliaia di case, ospedali, scuole e terreni agricoli sono stati distrutti, secondo Human Rights Watch. Questa devastazione rischia di privare i civili sfollati del diritto di ritornare alle loro case una volta terminati i combattimenti.
Il governo israeliano ha giustificato gli ordini di evacuazione di massa come necessari per ridurre le vittime civili durante i combattimenti nella densamente popolata Striscia di Gaza. Tuttavia, il rapporto di Human Rights Watch offre una prospettiva diversa.
Caitlin Procter, antropologa politica e professoressa presso il Migration Policy Centre, ha commentato il rapporto a France 24, sottolineando che i palestinesi sono stati costretti a spostarsi ripetutamente, in alcuni casi più di dieci volte, in un’anno. Questo ha creato una situazione di totale insicurezza e pericolo per loro.
Nella Striscia di Gaza, la maggioranza della popolazione è costituita da rifugiati o discendenti di rifugiati. La minaccia di essere nuovamente cacciati definitivamente dalle loro case evoca i giorni della Nakba, la catastrofe del 1948 quando centinaia di migliaia di palestinesi fuggirono dalle loro case durante la guerra tra Israele e gli stati arabi confinanti.