Israele sfida gli USA: affamamento di Gaza e nuovi insediamenti
Stati Uniti minacciano ma Israele prosegue impunemente
Nemmeno le minacce degli Stati Uniti riescono a fermare Israele nel suo tentativo di affamare la popolazione di Gaza ed estendere nuovi insediamenti di coloni in Cisgiordania. Gli Stati Uniti si sono rimangiati la parola data.
Lo scorso 13 ottobre, Washington ha inviato una lettera firmata dal segretario di Stato americano Antony Blinken e dal segretario alla Difesa Lloyd Austin al governo di Tel Aviv. In essa, si è lanciato un monito: se entro un mese Israele non aumentava significativamente la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, gli Stati Uniti avrebbero fermato l’invio di armi difensive allo Stato Ebraico.
L’ultimatum è scaduto e poco è cambiato, anzi la situazione degli aiuti umanitari nella Striscia è persino peggiorata. Secondo diverse ONG e dati del governo israeliano, ottobre è stato il mese in cui è entrata nella Striscia la minor quantità di aiuti dall’inizio della guerra.
Nonostante la grave condizione dei palestinesi, gli Stati Uniti non si sono sfilati dal sostegno a Israele. L’amministrazione di Joe Biden ha fatto sapere che non taglierà né ridurrà l’invio di armi e l’assistenza militare a Tel Aviv. Il segretario di Stato Blinken ha spiegato che Israele ha intrapreso 12 dei 15 passi richiesti e che è in procinto di completare gli altri. Tuttavia, ci sono ancora 900 camion bloccati all’interno di Gaza che non possono distribuire gli aiuti a causa dei saccheggi e della criminalità.
Il governo israeliano prosegue impunemente i suoi attacchi sulla Striscia, incrementando il tragico bilancio delle vittime. Gli attacchi militari israeliani hanno causato la morte di almeno 14 palestinesi in diverse zone della Striscia di Gaza. Si concentrano gli sforzi delle truppe israeliane per la creazione di una zona cuscinetto e, probabilmente, preparare il ritorno di coloni israeliani.
Secondo un’analisi del quotidiano israeliano Haaretz, l’attuale attività delle forze armate ricorda il disimpegno di Israele dalla Striscia nel 2005. L’esercito israeliano ha iniziato a distruggere edifici e infrastrutture esistenti per impedire ai miliziani di Hamas di nascondersi al loro interno e ai palestinesi di viverci. Al contempo, si sta attivando per la costruzione di strade e di strutture militari permanenti.