Riscaldamento globale e rischio per il plancton marino
Gli effetti devastanti sul plancton e la catena alimentare
Il riscaldamento globale sta già provocando cambiamenti significativi negli ecosistemi marini, con effetti devastanti come la morte dei coralli e la migrazione di specie tropicali come i pesci scorpione e i pesci palla. Inoltre, si assiste a un aumento delle fioriture di meduse nel Mediterraneo, creando disagi per l’ambiente marino.
Uno studio recente pubblicato su Nature mette in luce come le temperature in aumento nei prossimi decenni potrebbero rendere vaste aree degli oceani inabitabili per molte specie di plancton, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’intera catena alimentare marina.
Il plancton, essenziale per la catena alimentare e per la fissazione del carbonio nelle acque, potrebbe essere messo a rischio, con conseguenze devastanti per gli ecosistemi marini e per la sicurezza alimentare umana, come spiega Rui Ying, ricercatore dell’Università di Bristol e coautore dello studio.
Per comprendere meglio gli effetti del riscaldamento sul plancton, gli autori dello studio hanno analizzato i foraminiferi, una classe comune di microrganismi zooplanctonici, guardando al passato, circa 21mila anni fa, durante la fine dell’ultima era glaciale, quando si verificarono cambiamenti climatici simili a quelli attuali.
Utilizzando testimonianze fossili e modelli climatici, gli studiosi hanno stimato gli effetti del riscaldamento delle acque avvenuto in passato e previsto per il secolo in corso. Risulta che i foraminiferi, in passato, si sono spostati verso le regioni polari per adattarsi al cambiamento climatico, ma gli attuali tassi di riscaldamento potrebbero rendere difficile la loro sopravvivenza e il loro ritorno alle latitudini inferiori.
Secondo Yiung, i record fossili indicano che il plancton si è spostato in passato per sopravvivere, ma le proiezioni attuali suggeriscono che i tassi di riscaldamento attuali e futuri potrebbero essere troppo elevati per permettere un adattamento simile. Questo potrebbe portare all’estinzione di questi organismi vitali per gli oceani.