Scienze

L’importanza degli abbracci e delle carezze per il benessere emotivo e fisico

Gli abbracci e le carezze possono migliorare il benessere fisico e mentale, riducendo ansia, depressione e dolore. La frequenza e il tipo di contatto influenzano i benefici.

L’importanza degli abbracci e delle carezze per il benessere emotivo e fisico

Abbracci e carezze sono gesti comuni che spesso utilizziamo per confortare chi è stanco, di cattivo umore o ha ricevuto una brutta notizia. Ma cosa c’è dietro a questi gesti? Si tratta di convenzioni sociali o di comportamenti dettati da un fenomeno biologico? Questa è la domanda che si sono posti gli scienziati dell’Istituto di Neuroscienze della Royal Netherlands Academy of Art and Sciences di Amsterdam.

Secondo una recente analisi della letteratura scientifica pubblicata sulla rivista Nature Human Behavior, i gesti che esprimono vicinanza attraverso il senso del tatto possono avere effetti positivi sul benessere emotivo e fisico, riducendo l’ansia, la depressione e il dolore.

La ricerca condotta ha esaminato 212 studi svolti negli ultimi decenni, coinvolgendo complessivamente 12.966 persone di diverse età. Questo approccio ha permesso ai ricercatori di superare i limiti degli studi singoli e di esplorare gli effetti del contatto interumano sulla psiche e sulla salute in generale.

È emerso che abbracci e carezze possono migliorare significativamente il benessere fisico e mentale, riducendo la percezione del dolore, l’ansia, la depressione e lo stress. Questi effetti risultano particolarmente evidenti nelle persone con problemi fisici e mentali e nei bambini.

Un aspetto chiave dello studio era individuare quale tipo di contatto fisico fosse più efficace. Christian Keysers, direttore del Social Brain Lab della Royal Netherlands Academy of Art and Sciences di Amsterdam, ha sottolineato l’importanza di sfruttare la vasta letteratura disponibile per rispondere a questa domanda.

Nonostante non ci sia una differenza significativa tra tipi di tocco diversi, è emerso che la frequenza dei contatti è un elemento discriminante: più sono frequenti, maggiori sono i benefici fisici ed emotivi. Inoltre, i risultati sono stati migliori quando il contatto avveniva sulla testa, come il viso o il cuoio capelluto, rispetto ad altre parti del corpo.

Il prossimo passo per gli autori sarà esplorare l’efficacia dei diversi tipi di contatto fisico in studi più ampi e controllati, considerando anche le possibili differenze culturali in merito.