Rivolta e violenza al Centro di Permanenza di Gradisca d’Isonzo
Sfondamento e scontri tra immigrati e polizia: condizioni precarie e nuove sfide
Mercoledì 10 aprile si è verificata una grave rivolta al Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d’Isonzo, durante la quale tre poliziotti del Reparto mobile di Padova sono stati feriti, uno dei quali in modo grave a causa di lesioni particolarmente gravi. Secondo quanto riportato, alcuni immigrati, ai quali era stata respinta la richiesta di asilo, hanno cercato di fuggire dalla struttura sfondando le barriere di contenimento.
Nel tentativo di sedare la rivolta, i poliziotti sono stati attaccati dagli immigrati, provenienti principalmente dal nord Africa, armati di spranghe di ferro, bastoni e chiodi di ferro acuminati. Durante gli scontri, uno dei poliziotti è stato colpito da una grande lastra di plexiglass lanciata contro di lui, come ha spiegato il Segretario Fsp Veneto, Maurizio Ferrara, definendo l’episodio come “un pomeriggio di follia”.
I sindacati della polizia di stato hanno denunciato le condizioni precarie in cui operano gli agenti all’interno delle strutture di accoglienza, definendole “vere e proprie polveriere”. Si lamentano della mancanza di mezzi adeguati, del numero insufficiente di personale e delle norme ritenute inadeguate per gestire situazioni di violenza come quella verificatasi a Gradisca d’Isonzo.
Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, ha sottolineato la difficoltà di fronteggiare decine e decine di persone ribelli con pochi operatori, senza mezzi di difesa adeguati. Ha dichiarato che è necessario un cambiamento urgente per garantire la sicurezza degli agenti e la gestione efficace di situazioni di emergenza.
Le nuove regole europee sull’immigrazione potrebbero comportare un prolungamento della permanenza dei migranti in Italia, sollevando nuove sfide e questioni legate alla gestione dei flussi migratori e alla sicurezza nelle strutture di accoglienza.
