Mondo

Israele valuta risposta all’attacco iraniano: tensione e strategie

Analisi dell'escalation militare tra Israele, Iran e Hezbollah

Israele valuta risposta all’attacco iraniano: tensione e strategie

Israele sta valutando la risposta all’attacco subito dall’Iran, con l’entità della reazione ancora da definire. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione israeliana citato dalla Cnn, il Paese sta ponderando se adottare una risposta decisa o più contenuta. Le diverse opzioni saranno discusse nel dettaglio durante la riunione del gabinetto di guerra israeliano convocato dal premier Benjamin Netanyahu.

L’attacco iraniano contro Israele ha visto l’utilizzo dell’Iron Dome, uno dei sistemi di difesa aerea più avanzati al mondo, insieme all’intervento dell’aeronautica e del sistema Arrow. Il tenente colonnello Peter Lerner, portavoce dell’esercito israeliano, ha riferito che sono state lanciate circa 360 munizioni, tra cui 170 droni esplosivi, 30 missili cruise e 120 missili balistici. La maggior parte di essi è stata intercettata con successo.

L’Iran ha dichiarato di aver mirato alla base aerea di Nevatim in risposta all’utilizzo degli F-35 israeliani nel bombardamento del consolato a Damasco il primo aprile. Il generale iraniano Mohammad Hossein Bagheri ha confermato che l’attacco alla base del Negev ha causato solo danni lievi. Un altro obiettivo degli attacchi iraniani è stato un importante centro di informazioni vicino al confine con la Siria.

Contemporaneamente, le forze armate israeliane hanno colpito un sito di Hezbollah nell’est del Libano, vicino al confine siriano. L’obiettivo era un significativo sito di produzione di armi del gruppo sostenuto dall’Iran nella zona di Nabi Sheet.

Secondo fonti di Hezbollah, l’attacco israeliano ha colpito un edificio a due piani vicino a Baalbek, senza causare vittime. Altri rapporti confermano la distruzione di un edificio nel villaggio di Nabi Sheet a seguito di un attacco aereo nemico.

Il professor Kobi Michael, esperto dell’Inss, ha sottolineato che l’escalation di droni, missili e razzi rappresenta una seria minaccia e potrebbe essere considerata una dichiarazione di guerra. Ha evidenziato la necessità di una risposta internazionale coordinata per contrastare l’aggressività iraniana.

La comunità internazionale ha chiesto a Israele di limitarsi a difendersi dagli attacchi, evitando una reazione diretta. Tuttavia, secondo Michael, una risposta mirata alle infrastrutture iraniane coinvolte nella produzione di droni potrebbe essere necessaria per dissuadere ulteriori azioni ostili.

Un precedente significativo risale al 1991, quando Israele venne attaccato con missili Scud dall’Iraq durante la prima guerra del Golfo. In quell’occasione, su pressione degli Stati Uniti, Israele scelse di non rispondere agli attacchi per evitare un’escalation regionale.

Staff
  • PublishedApril 14, 2024