Politica

Matteo Renzi si candida con la Lista Stati Uniti d’Europa: dietrofront e strategie politiche

L'ex presidente del Consiglio cambia idea e si impegna per il Parlamento europeo

Matteo Renzi si candida con la Lista Stati Uniti d’Europa: dietrofront e strategie politiche

Matteo Renzi ha deciso di candidarsi all’ultimo posto in lista in quattro circoscrizioni su cinque, confermando così il suo pieno sostegno al progetto. Questa decisione è stata annunciata da Emma Bonino, che ha sottolineato che tutti i candidati della Lista Stati Uniti d’Europa si sono impegnati a lasciare eventuali altri incarichi per dedicarsi al Parlamento europeo.

Questa mossa rappresenta un nuovo dietrofront dell’ex presidente del Consiglio, che inizialmente aveva escluso la possibilità di candidarsi con la lista di scopo. Tuttavia, dopo l’accordo con i radicali che ha portato alla scomparsa de “Il Centro”, la lista con cui Renzi era inizialmente in corsa in solitaria, ha deciso di cambiare idea.

È interessante notare che Matteo Renzi, insieme ad altri leader come Carlo Calenda, è noto per i suoi repentini cambi di strategia, che fanno parte del loro modo di fare politica. Questo è stato evidenziato anche dall’ex premier stesso, che in poche ore è passato dall’affermare “I partiti usano le candidature per contarsi in Italia, noi usiamo i nostri candidati per contare in Europa” alla richiesta ai suoi sostenitori di supportare la sua candidatura.

Nel suo video sui social, Renzi ha promesso di lasciare il Senato per occupare un seggio all’Europarlamento, a differenza di altri leader che potrebbero non mantenere le stesse promesse una volta eletti.

Renzi ha sottolineato che la sua posizione nelle liste è puramente simbolica e che non comparirà sul simbolo di Stati Uniti d’Europa. Tuttavia, se la lista formata da +Europa, Italia Viva e altre formazioni dovesse superare la soglia di sbarramento del 4 per cento, è probabile che Renzi sia il candidato più votato.

Resta da capire come Renzi gestirà le sue altre attività, come il suo coinvolgimento in società estere, considerate incompatibili con il ruolo di eurodeputato a Strasburgo. È possibile che, una volta eletto, potrebbe essere costretto a cambiare nuovamente idea e a restare nell’ufficio di Palazzo Giustiniani, a cui è molto affezionato.