Politica

Bonus da 100 euro: una presa in giro per i lavoratori

Critiche e condizioni del bonus fiscale annunciato da Giorgia Meloni

Bonus da 100 euro: una presa in giro per i lavoratori

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Finanze della Camera, Emiliano Fenu, ha definito il bonus da 100 euro contenuto nel decreto legislativo attuativo della delega fiscale varato dall’ultimo Consiglio dei Ministri come una presa in giro. Questo bonus, annunciato dalla premier Giorgia Meloni nel giorno della Festa dei lavoratori, è stato criticato per diversi motivi.

Si tratta di un bonus una tantum che sarà erogato, se tutto va bene, a gennaio 2025. Tuttavia, è valido solo per quel mese e sarà tassato al 23%. Inoltre, è destinato solo a chi supera la no tax area di 8.500 euro di reddito annuo, quindi ai soggetti capienti. È riservato esclusivamente a chi è sposato e non separato, con almeno un figlio a carico.

Il bonus da 100 euro, in realtà, non sarà di 100 euro effettivi. La somma che effettivamente arriverà ai beneficiari è inferiore e ci sono diverse condizioni da rispettare. Ad esempio, se un lavoratore è stato assunto a metà anno, il bonus sarà ridotto proporzionalmente.

Una delle critiche principali riguarda il fatto che il bonus non sarà erogato automaticamente, ma i lavoratori dovranno fare richiesta per ottenerlo. Questo potrebbe rappresentare un ostacolo per molti, che potrebbero non essere a conoscenza di come procedere o potrebbero dover ricorrere a consulenti del lavoro per ottenere assistenza, con costi che potrebbero superare l’importo del bonus stesso.

Il tema di fondo è che per questo governo il lavoro deve rimanere precario e poco remunerato. Le politiche salariali sono orientate alla moderazione, mantenendo i salari fermi da decenni. Le vere cause dell’inflazione, come i costi dell’energia e dei servizi essenziali, non vengono affrontate, mentre il bonus da 100 euro è stato criticato come un provvedimento vuoto e una mossa propagandistica prima delle elezioni.