Economia

Disuguaglianze e precarietà: l’Italia alla sfida della convergenza sociale

Analisi critica sulle politiche sociali e lavorative italiane

Disuguaglianze e precarietà: l’Italia alla sfida della convergenza sociale

L’ultimo rapporto sulla convergenza sociale redatto dalla Commissione Europea fotografa un’Italia che affronta gravi disuguaglianze di reddito, stagnazione salariale e riforme governative inefficaci. Secondo l’analisi dell’UE, l’assegno di inclusione, che ha sostituito il reddito di cittadinanza, potrebbe aumentare il rischio di povertà assoluta e infantile.

Per la maggior parte delle famiglie, l’effetto di riduzione della povertà derivante dall’assegno di inclusione è bilanciato dall’inasprimento dei criteri di ammissibilità. Solo una piccola quota delle famiglie a basso reddito riceve un sostegno maggiore con la riforma, mentre per la maggioranza si prevede un aumento della povertà assoluta e minorile rispetto al regime precedente.

L’abolizione del reddito di cittadinanza ha comportato un taglio di un miliardo di euro contro la povertà, ma i benefici effettivi sono limitati. La Commissione Europea sottolinea che la situazione del mercato del lavoro italiano è caratterizzata da un aumento dei contratti atipici e una diminuzione del numero di settimane lavorate all’anno.

Nonostante alcuni miglioramenti nel 2023, la quota di contratti a tempo determinato in Italia rimane una delle più alte dell’UE. Le donne sono particolarmente colpite dalla precarietà lavorativa, con una percentuale significativa di lavoratrici senza contratto stabile.

La stagnazione dei salari, la bassa intensità lavorativa e la presenza di famiglie monoreddito contribuiscono a un elevato rischio di povertà lavorativa in Italia. La bassa crescita salariale e la scarsa produttività sono fattori chiave che alimentano questa situazione.

La disuguaglianza di reddito in Italia è tra le più alte dell’UE, con il 20% più ricco che guadagna oltre 5 volte rispetto al 20% più povero. La povertà delle famiglie è aumentata notevolmente dal 2011, con un tasso che ha raggiunto l’8,3% nel 2022 a causa degli effetti della crisi Covid-19 e dell’incremento dell’inflazione.

L’abbandono scolastico rimane un problema significativo in Italia, con molti giovani che non studiano né frequentano corsi di formazione. Questo fenomeno, insieme alla povertà minorile, rappresenta una vera emergenza sociale nel Paese.

Nonostante alcuni miglioramenti recenti, l’abbandono scolastico rimane tra i più alti dell’UE, con particolari criticità tra gli uomini, i giovani con cittadinanza straniera e coloro che risiedono nelle isole. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali contesta l’analisi della Commissione UE, sottolineando che le nuove misure e la crescita dell’occupazione potrebbero portare a una valutazione più positiva della situazione.

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Principali indicatori del tasso di povertà
Povertà lavorativa per numero di occupati
Povertà lavorativa per numero di occupati