Sugar Tax in Italia: Impatto sulle Bevande e le Imprese
La controversa introduzione della tassa sullo zucchero e le sue implicazioni economiche e politiche
La sugar tax, prevista dal 1° luglio 2024, porterà inevitabilmente ad un aumento dei prezzi delle bibite preferite dagli italiani, come aranciate, chinotti, cedrate e aperitivi analcolici. Si tratta di una tassa che colpirà molte bevande, con importi dimezzati rispetto a quanto previsto dalla legge di Bilancio del 2020: 5 euro per ettolitro e 0,13 euro al chilogrammo per i prodotti da diluire.
La Corte costituzionale ha confermato la legittimità della sugar tax, sottolineando che è una misura in linea con provvedimenti simili adottati in altri Paesi e regioni autonome. Le bevande zuccherate sono considerate tra le principali cause di obesità e diabete, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
Per le imprese, l’introduzione di questa tassa rappresenta una mazzata. Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, ha espresso preoccupazione per le conseguenze economiche, sottolineando che la tassa potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e aumentare la fiscalità per le aziende.
Nonostante le speranze di un rinvio, la tassa entrerà in vigore a meno di interventi dell’ultimo minuto da parte del governo. La divergenza tra Forza Italia e il Mef sulla questione evidenzia tensioni politiche, con l’opposizione alla sugar tax da parte di alcuni esponenti politici.
Il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri, ha dichiarato: “Sugar tax. Anche no. Diremo la nostra sul punto.” Questo potrebbe portare ad un nuovo scontro con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Infine, nonostante i benefici dimostrati dai dati, l’Italia sembra non essere favorevole ad una tassa che promuove la salute.