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Influenza Aviaria H5N1: Rischi e Contromisure

L'Allarme per il Primo Caso Umano Infettato e la Minaccia di una Pandemia

Influenza Aviaria H5N1: Rischi e Contromisure

L’influenza aviaria H5N1 continua a destare preoccupazione sia negli Stati Uniti che in Europa, soprattutto per il rischio di trasmissione all’uomo da parte di bovini o altri animali infetti. Attualmente, l’unico caso confermato di infezione umana da aviaria riguarda un contadino del Texas, il quale, operando nel settore lattiero-caseario, è entrato in contatto con bovini infetti.

Aviaria: sintomi del primo caso umano infettato

L’allarme è stato lanciato anche sul consumo di latte non pastorizzato da parte del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (Usda). Si è evidenziato che l’influenza aviaria sembra concentrarsi nel tessuto mammario delle mucche, sebbene sia necessario individuare la presenza del virus anche in altri tessuti. Pertanto, il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato l’importanza di consumare latte pastorizzato per ridurre il rischio di trasmissione del virus, poiché il processo di pastorizzazione è in grado di neutralizzarlo in modo efficace.

Va precisato che il contagio non è limitato solo al latte, poiché negli Stati Uniti l’aviaria è stata riscontrata in diverse specie di uccelli e animali, compresi delfini e orsi polari.

Situazione in Italia ed Europa

Secondo l’ultimo aggiornamento del Ministero della Salute, in Italia sono stati confermati 11 nuovi focolai di Influenza aviaria ad alta patogenicità da sottotipo H5N1 negli allevamenti di pollame tra marzo e dicembre 2023, mentre nel 2024 è stato registrato un solo focolaio nel mese di febbraio. In Europa, nello stesso periodo, sono stati confermati 88 focolai nel pollame e 175 casi nei selvatici.

Virus H5N1: il timore di una nuova pandemia di influenza aviaria

È importante ricordare che l’aviaria è una malattia altamente contagiosa per gli uccelli. Sebbene i virus influenzali aviari e umani siano della stessa famiglia, i primi non si trasmettono facilmente all’uomo, ma possono farlo sporadicamente in determinate circostanze, come il contatto diretto con animali malati o morti, superfici contaminate o il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti. Il personale a rischio deve adottare adeguate misure di protezione individuale per prevenire la trasmissione del virus.

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