Politica

Il dibattito sui trojan nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata

Il governo Meloni approva ddl sulla Cybersicurezza: fine agli strumenti investigativi?

Il dibattito sui trojan nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata

Le microspie, conosciute come trojan, sono diventate uno strumento fondamentale nelle indagini giudiziarie, come dimostrato dall’inchiesta che ha portato all’arresto del governatore della Liguria, Giovanni Toti, e in altri casi di corruzione come Mafia Capitale. Tuttavia, il governo Meloni ha dato il via libera al ddl sulla Cybersicurezza, che potrebbe mettere fine all’uso di questi strumenti. L’ordine del giorno, proposto da Enrico Costa di Azione, impegna l’esecutivo a regolamentare l’uso dei trojan nel prossimo provvedimento legislativo.

La decisione del governo ha ricevuto 140 voti favorevoli e 89 contrari, con Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra contrari. L’inchiesta su Toti si è estesa anche al settore sanitario, con accuse di manipolazione dei dati Covid per ottenere più vaccini.

Le opinioni sulla questione sono divise: mentre il presidente dell’associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ritiene che i trojan siano essenziali per scoprire atti di corruzione, il presidente dell’Unione delle Camere penali, Francesco Petrelli, li considera strumenti troppo invasivi e difficili da controllare.

Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, ha criticato aspramente l’approvazione dell’ordine del giorno sulla cybersicurezza, sostenendo che favorisca l’impunità e danneggi la lotta contro le mafie. Bonelli ha evidenziato anche la cooperazione dell’Italia con Israele in materia di cybersicurezza, sottolineando la presenza di emendamenti per evitare restrizioni alle aziende israeliane.

Secondo Bonelli, limitare l’uso dei trojan sarebbe un grave errore, poiché sono strumenti cruciali nelle indagini contro la criminalità organizzata e la corruzione, come dimostrato dagli arresti di pericolosi criminali come Matteo Messina Denaro. Ridurre l’efficacia di tali strumenti metterebbe a rischio la sicurezza del paese e l’integrità delle istituzioni.

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Angelo Bonelli (LaPresse)