Cronaca

Il mistero dell’omicidio di Imane Laloua

Vent'anni di indagini senza risposte definitive

Il mistero dell’omicidio di Imane Laloua

Uno dei casi di cronaca più oscuri degli ultimi decenni potrebbe essere archiviato, finendo così nel cassetto dei fascicoli irrisolti. Dopo oltre 20 anni, rimane ancora un mistero l’omicidio e lo smembramento di Imane Laloua, giovane di origini marocchine residente a Prato, i cui resti furono scoperti da un camionista in due sacchi di plastica lungo l’A1.

Imane si trasferisce a Montecatini Terme, in Toscana, nel 1995. Circa vent’anni, sposa un connazionale con precedenti penali per spaccio, che era in carcere. Nel giugno 2003, la madre la vede per l’ultima volta. Le due avevano litigato perché la madre voleva impedirle di raggiungere nuovamente il marito a Prato. Diverse settimane dopo, quando la madre va a cercarla nella casa dove Imane viveva con il coniuge e altri connazionali, il marito afferma di non sapere nulla.

La denuncia di scomparsa viene presentata, ma all’epoca non ci sono elementi per escludere un allontanamento volontario. Un conoscente racconta alla madre di aver visto Imane il 6 luglio in un locale di Firenze.

Nel 2006, a tre anni dalla scomparsa, un camionista trova due sacchi di plastica ai bordi dell’A1, contenenti i resti di un corpo senza testa. Gli omeri sono legati tra loro con uno spago e le parti molli sono in un sacco diverso da quello delle ossa. Solo nel 2017, a distanza di 11 anni, la prova del DNA conferma che quei resti appartengono ad Imane Laloua. Secondo gli accertamenti medico-legali, la data del decesso si colloca nel 2004.

La prima pista seguita dagli investigatori è quella del satanismo: in un diario di un’adolescente di Prato viene trovato un racconto di un rito sacrificale su una donna prelevata per strada. Il diario parla anche di profanazioni di cimiteri e incontri in edifici abbandonati. Scoperto nel 2006 dalla famiglia dell’adolescente, il diario porta alla polizia. La ragazza, però, nega tutto, sostenendo che si tratti solo di fantasia. Due mesi dopo vengono ritrovati i sacchi con i resti di Imane.

Con le analisi genetiche sui resti del 2017, il caso viene riaperto dalla procura di Firenze, che avvia un’indagine per omicidio e occultamento di cadavere. Il pm Giuseppe Creazzo lancia appelli affinché chiunque sappia qualcosa possa finalmente parlare dopo anni. Nonostante la mancanza di elementi significativi emersi nel corso degli anni, il quotidiano fiorentino La Nazione riporta che si sta valutando una nuova richiesta di archiviazione.

Staff
  • PublishedMay 17, 2024