Cronaca

Il Mistero della Morte di Serena Mollicone: Nuove Rivelazioni nel Processo

Testimonianze cruciali emergono nel caso irrisolto di Arce del 2001

Il Mistero della Morte di Serena Mollicone: Nuove Rivelazioni nel Processo

Una testimonianza fondamentale potrebbe finalmente portare alla luce le responsabilità per la morte di Serena Mollicone, la giovane di 18 anni assassinata ad Arce nel 2001. Durante l’udienza di secondo grado a Roma, Marco Malnati ha rivelato che Santino Tuzi, amico del brigadiere dei carabinieri di Arce, gli confidò di aver visto Serena entrare in caserma ma non uscirne più. Malnati ha raccontato di aver appreso queste informazioni nel 2007 e nel 2008 da Tuzi stesso, durante incontri in un bar che frequentavano insieme. Inizialmente taceva per paura, ma ora ha deciso di testimoniare senza timore.

Malnati ha testimoniato davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma nel processo in cui sono imputati l’ex comandante dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, insieme alla sua famiglia (il figlio Marco e la moglie Anna Maria), e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Altri testimoni chiamati dall’accusa includono Giuseppe D’Ammassa, Luigi Germani e Danilo Tomaselli, che hanno fornito ulteriori dettagli sul presunto coinvolgimento di Marco Mottola e su un presunto giro di spaccio di droga ad Arce.

La scomparsa di Serena Mollicone e i fatti che circondano la sua morte rimangono avvolti nel mistero. La mattina del 1 giugno 2001, Serena si alza presto per una radiografia e ha un appuntamento con il suo ragazzo. Tuttavia, durante la giornata scompare nel nulla, preoccupando il padre Guglielmo che subito lancia l’allarme. Testimoni affermano di averla vista in un bar di Arce litigare con un ragazzo biondo prima di partire su un’auto bianca.

Due giorni dopo la scomparsa, il corpo di Serena viene ritrovato in un boschetto, legata e soffocata con un nastro adesivo. Le indagini iniziali subiscono diversi depistaggi, tra cui l’arresto ingiustificato del carrozziere Carmine Belli e il suicidio del brigadiere Tuzi, presentato come un gesto legato a motivi sentimentali anziché alla vicenda di Serena.

Secondo le ricostruzioni dei medici legali, Serena sarebbe stata aggredita nell’alloggio di servizio di Mottola all’interno della caserma, subendo fratture craniche che avrebbero potuto essere curate se intervenuti tempestivamente. Tuttavia, la giovane è stata lasciata in quelle condizioni per ore prima di essere uccisa con il nastro adesivo. Un caso che continua a suscitare interrogativi e che potrebbe finalmente trovare una svolta grazie alle testimonianze emerse durante il processo.

Staff
  • PublishedMay 23, 2024