Cronaca

Femminicidio a Incisa Scapaccino: il caso di Paolo Riccone

L'atroce delitto di Floriana Floris e le sue drammatiche conseguenze

Femminicidio a Incisa Scapaccino: il caso di Paolo Riccone

Paolo Riccone, consulente finanziario di 58 anni, è stato accusato di femminicidio nei confronti della compagna Floriana Floris, nella loro casa a Incisa Scapaccino, nell’astigiano. Il pubblico ministero Eleonora Guerra ha chiesto ventiquattro anni di reclusione per l’imputato davanti alla Corte d’Assise di Alessandria il 27 maggio. Inoltre, la famiglia della vittima sarà risarcita con l’eredità di 400mila euro ricevuta da Riccone dal padre, deceduto due mesi prima del delitto.

I periti del tribunale hanno escluso l’incapacità d’intendere e di volere, giudicando Riccone pienamente capace. Il femminicidio è avvenuto il 7 giugno scorso nella casa della famiglia di Riccone, dove i due convivevano. I carabinieri sono intervenuti dopo una segnalazione della figlia di Floriana, Alice, che non riusciva a contattare la madre residente a Milano, mentre lei viveva a Bologna.

All’arrivo delle forze dell’ordine, si è presentato un quadro agghiacciante: il corpo di Floriana giaceva a terra senza vita, colpito da oltre quaranta coltellate. Riccone si trovava al piano di sopra, aveva vegliato per due giorni la compagna morta e aveva tentato il suicidio, senza successo, ingerendo candeggina e cercando di tagliarsi i polsi.

Dopo essere stato risvegliato dal coma farmacologico indotto dai medici all’ospedale di Asti, Riccone ha confessato il femminicidio, sostenendo di essere stato vittima di un raptus. I carabinieri hanno scoperto che Riccone soffriva di crisi depressive ed era seguito da uno psicologo. Inoltre, aveva perso la madre e il padre, storico benzinaio del paese, nell’anno precedente al delitto.

La pubblica accusa ha tenuto conto delle bugie raccontate da Riccone durante il primo interrogatorio, in cui ha cercato di difendersi dalle accuse, sostenendo che la vittima lo aveva colpito con un coltello. Tuttavia, gli inquirenti ritengono che Riccone abbia manipolato la scena del crimine, posizionando un coltello nelle mani della vittima in un secondo momento.

La pm ha definito l’omicidio come un atto di totale insensatezza, un femminicidio vero e proprio, poiché la vittima voleva lasciarlo. Riccone è stato descritto come freddo e insensibile, come dimostrano gli otto video registrati dal telefono di Floriana, in cui lei lo supplica di non ucciderla e di risparmiarle la vita per il bene della figlia.

La Corte d’Assise ha respinto la richiesta di una perizia psichiatrica per l’imputato, mentre la sua difesa, rappresentata dall’avvocata Federica Falco, ha chiesto una pena conforme alla legge, tenendo conto dell’offerta di risarcimento disponibile non appena saranno completate le pratiche di successione da parte dell’amministratore di sostegno.