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La misteriosa sparizione di Cristiano Ronaldo nel processo per truffa legata al merchandising

La caccia all'uomo per citare il campione portoghese come testimone

La misteriosa sparizione di Cristiano Ronaldo nel processo per truffa legata al merchandising

La ricerca di Cristiano Ronaldo è diventata una vera e propria caccia all’uomo. Da giorni, ogni tentativo di contattare la stella portoghese sembra essere vano, persino in Arabia Saudita. La sua presenza è richiesta come testimone in un processo che si tiene a Torino, dove suo fratello Hugo Dinarte dos Santos Aveiro, socio di maggioranza della società portoghese Mussara Lda, è imputato per truffa in una complicata vicenda legata alla fornitura di gadget e magliette.

La vicenda ruota attorno alla presunta vendita di una licenza esclusiva per la produzione del merchandising di Cristiano Ronaldo, che avrebbe portato ad un ingente pagamento di 650mila euro da parte dell’azienda Pegaso, rappresentata dall’imprenditore torinese Rocco Valenti. Tuttavia, l’Adidas, produttore ufficiale delle divise, non sarebbe stata informata e avrebbe prodotto 13mila magliette non autorizzate, simili a quelle ufficiali.

Successivamente, Hugo Aveiro avrebbe acquistato tutte le magliette a un prezzo irrisorio, promettendo di distruggerle, ma invece le avrebbe messe in vendita al museo CR7 di Madeira, terra natale di Cristiano Ronaldo, a un prezzo molto più alto. La questione si è fatta ancora più intricata con la presunta sparizione di Cristiano Ronaldo, che non risulta reperibile per essere citato come testimone nel processo.

Durante la ripresa del processo, l’avvocato ha rivelato che la citazione inviata a due indirizzi, uno a Madeira e l’altro alla sede della società calcistica di Ronaldo, potrebbe essere giunta in Arabia Saudita, ma non è chiaro se sia stata ricevuta. La situazione si fa sempre più misteriosa, con il destino del documento di convocazione che resta incerto.

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