Cronaca

Tragedia di Elettra: il dramma di una madre e la mancanza di soccorso

La storia di Elettra, la bambina che ha perso la vita per un tragico incidente domestico

Tragedia di Elettra: il dramma di una madre e la mancanza di soccorso

Capelli biondi, guance paffute e un sorriso contagioso: così era Elettra, una bambina di soli 18 mesi. La pagina Facebook della mamma Emili è colma di foto e video che ritraggono la piccola. Tuttavia, Elettra non è più tra noi: è deceduta a causa di un tragico incidente in cui ha ingerito un tappo di plastica mentre si trovava nella loro casa al Lido di Venezia.

Attualmente, i genitori di Elettra sono immersi nel dolore per la perdita della loro “leonessa”, come affettuosamente la chiamavano, ma si pongono anche delle domande riguardo alla catena di soccorso e se qualcosa abbia potuto essere fatto diversamente. Il tragico episodio si è verificato venerdì, quando la piccola ha ingerito il tappo di plastica. È stata prontamente trasportata al pronto soccorso del Lido, dove è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso da Treviso. Tuttavia, a causa di un guasto al motore, l’elicottero non è potuto decollare e si è reso necessario l’invio di un secondo elicottero da Padova. Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi, Elettra è deceduta nel reparto di rianimazione pediatrica di Padova il sabato mattina.

La mamma di Elettra, Emili, ha raccontato con commozione al giornale VeneziaToday gli ultimi momenti trascorsi con la sua piccola. “La mia bambina è stata una leonessa. Ha lottato con tutte le sue forze per restare con noi. Ha resistito quasi un giorno e una notte aggrappata a una macchina”, ha dichiarato Emili.

Emili ha poi ripercorso l’incidente: “Dovevo lavarle i denti – ha spiegato – Lei ha trovato un prodotto sigillato ancora nella plastica, con i dentini è riuscita a rompere la confezione e il tappo si è sfilato, finendo in gola. Una situazione assurda, considerando che il prodotto era ancora sigillato. Mi sono accorta immediatamente e ho tentato le manovre di disostruzione, ma era troppo in profondità. Siamo quindi corsi al Monoblocco del punto di primo intervento al Lido.”

Emili ha espresso il suo sgomento per il fatto che al Lido non fosse disponibile l’apparecchiatura necessaria per individuare l’ostruzione e rimuoverla tempestivamente. La famiglia si interroga ora se la presenza di un macchinario aggiuntivo avrebbe potuto salvare la vita di Elettra. Emili ha lodato l’impegno dei paramedici del Lido, che hanno continuato le manovre di rianimazione per un’ora e mezza senza arrendersi.

Il dubbio che attanaglia la famiglia è se un equipaggiamento più completo all’ospedale avrebbe potuto fare la differenza. Emili ha sottolineato: “È inaccettabile che al Lido ci sia solo un punto di primo intervento. Perché non è stata operata subito? Non è possibile averla persa così, non avere i macchinari in una struttura ospedaliera e dover attendere un elicottero in un’urgenza così grave.”