Fiaccolata in memoria di Giada Zanola: un grido contro la violenza
Comunità unita per ricordare la giovane mamma tragicamente uccisa
Una grande folla silenziosa e commossa si è riunita ieri sera per partecipare alla fiaccolata in memoria di Giada Zanola, la giovane mamma originaria del bresciano ma residente a Vigonza (Padova), tragicamente uccisa dal compagno Andrea Favero. L’evento, voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gian Maria Boscaro, ha visto la partecipazione di mille persone o forse anche di più, desiderose di rendere omaggio alla memoria di Giada.
Il corteo, guidato da Cesare Arcolini di PadovaOggi, ha preso avvio da via Prati, luogo in cui Giada risiedeva, per poi dirigersi verso il cavalcavia diventato tristemente celebre per l’atroce gesto compiuto dal compagno. Anche Gino Cecchettin, il padre di Giulia, ha preso parte alla serata di ricordo, offrendo il suo sostegno e la sua partecipazione alla famiglia colpita da questa terribile tragedia.
Il sindaco di Vigonza, Gian Maria Boscaro, ha espresso la sua commozione per la presenza numerosa di persone che hanno deciso di condividere insieme questo momento così significativo. Ha sottolineato come la comunità di Vigonza sia stata profondamente colpita da questo delitto, che ha scosso le fondamenta della tranquillità locale. Boscaro ha evidenziato l’importanza di non restare indifferenti di fronte a episodi di violenza e di lavorare insieme per promuovere una cultura del rispetto reciproco e della solidarietà.
Il sindaco ha sottolineato che la fiaccolata rappresenta un momento di cambiamento culturale, un’occasione per ribadire che non esiste alcuna giustificazione alla violenza e che è necessario educare le generazioni future affinché possano vivere relazioni sane e rispettose. Ha anche evidenziato l’importanza di superare le barriere culturali che impediscono alle donne di chiedere aiuto in situazioni di pericolo.
Infine, il sindaco ha espresso la sua preoccupazione per il futuro del bambino coinvolto in questa tragedia, sottolineando l’importanza di fornirgli tutto il sostegno necessario per garantirgli una vita felice e serena nonostante le circostanze difficili.
Nuovi dettagli sono emersi sulle circostanze della morte di Giada: l’ex compagno, fermato giovedì 30 maggio, avrebbe ammesso di averla afferrata per le ginocchia e spinta giù dal ponte. Tuttavia, queste dichiarazioni, rese senza la presenza di un avvocato, non sono utilizzabili come prove definitive. Le indagini sono ancora in corso per chiarire se Giada fosse ancora viva quando è stata gettata dal cavalcavia e per accertare eventuali circostanze legate a droghe o stordimento.