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Scandalo del seme di Varenne: truffa nel mondo dell’allevamento equino

Indagini su discendenti illegittimi del celebre cavallo da corsa

Scandalo del seme di Varenne: truffa nel mondo dell’allevamento equino

Il seme di Varenne, considerato il cavallo da corsa più forte e vincente di tutti i tempi, è sempre stato oggetto di grande desiderio da parte degli allevatori. Numerosi hanno investito cifre considerevoli per avere la possibilità di allevare i discendenti di questo celebre purosangue. Tuttavia, molti di coloro che hanno acquistato il seme si sono ritrovati ad essere proprietari di figli illegittimi di Varenne.

Il Capitano, come era conosciuto il leggendario purosangue, ora trentenne, è al centro di un’inchiesta condotta dalla procura di Torino. Gli imprenditori Valter Ferrero, amministratore unico della Varenne Forever, e Salvatore Roberto Brischetto dell’allevamento Il Grifone di Vigone, nel Torinese, sono stati indagati per truffa aggravata.

Secondo la pm Giulia Rizzo, i truffatori avrebbero agito per escludere i veri proprietari del cavallo dalla commercializzazione del seme, gestendo personalmente le vendite con gli allevatori interessati ad avere prole di Varenne. Le indagini sono partite da un esposto presentato nel 2019 dalla Varienne Futurity, società napoletana proprietaria del cavallo, che denunciava presunte irregolarità nella vendita del seme senza il loro consenso.

Si stima che, solo per la stagione di monta del 2018, il giro d’affari generato sia stato di circa duecentomila euro, somma che, secondo l’accusa, sarebbe finita nelle tasche dei due indagati. Numerosi puledri sono nati in Italia e all’estero, ma non sono stati riconosciuti come discendenti di Varenne dai legittimi proprietari del campione, ai quali è stato negato l’accesso ai documenti per verificare i diritti di monta.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, la pm ha sostenuto che gli indagati si presentavano come proprietari dello stallone per vendere il seme e stipulavano personalmente i contratti con gli allevatori interessati a ottenere discendenti del Capitano. Inoltre, secondo l’accusa, impedivano alla società proprietaria del cavallo di effettuare i controlli previsti dallo statuto dell’associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, responsabile della supervisione e della tutela degli allevatori.

La Varenne Futurity aveva inizialmente presentato una denuncia per appropriazione indebita, ma nonostante due magistrati avessero proposto l’archiviazione, la richiesta era stata respinta.

Staff
  • PublishedJune 4, 2024