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Declino demografico in Giappone: sfide e soluzioni

Analisi del calo delle nascite e delle strategie governative

Declino demografico in Giappone: sfide e soluzioni

Il Giappone continua a registrare un calo delle nascite, in un contesto di cambiamento demografico senza precedenti. Nel 2023, il tasso di fertilità totale, cioè il numero medio di nascite per donna durante gli anni riproduttivi, ha segnato un nuovo minimo storico, diminuendo per l’ottavo anno consecutivo. Questi dati sono stati resi noti oggi dal ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare di Tokyo.

Il tasso di fertilità totale rappresenta il numero di figli che ogni donna avrebbe se arrivasse alla fine del periodo fertile. Nel 2022, questo dato è sceso a 1,20, con una diminuzione di 0,06 punti rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, il totale delle nascite di cittadini giapponesi residenti nel paese è stato di 727.277 nel 2023, registrando un calo del 5,6% rispetto all’anno precedente. Il calo naturale della popolazione è aumentato del 6,3%, arrivando a 848.659.

La tendenza al declino della fertilità, riflessa nel tasso di fertilità totale, è evidente da cinque decenni. Sebbene negli anni 2000 si sia registrato un lieve aumento, dal 2016 la tendenza è stata in costante diminuzione. Negli ultimi anni, il ritmo di questo declino si è accelerato ulteriormente. La pandemia di Covid-19 ha contribuito ad aggravare la situazione, portando le coppie a posticipare la decisione di avere figli e a rimandare le nozze, fattori ritenuti cruciali dato che in Giappone le nascite al di fuori del matrimonio sono rare.

Nel 2023, il numero di matrimoni è sceso a un minimo storico, con 3,9 matrimoni ogni mille persone, rispetto al 4,1 dell’anno precedente. L’età media delle madri che hanno avuto il loro primo figlio nel 2023 è stata di 31 anni, rispetto ai 27,5 del 1995.

Il governo giapponese si trova di fronte alla sfida di una drastica diminuzione della popolazione nei prossimi decenni, con conseguenze significative sull’economia e sulla società. Il premier Fumio Kishida ha presentato un piano di sostegno ambizioso, mirato a contrastare il declino del tasso di natalità. Questo piano prevede un aumento della spesa annuale di circa 3.500 miliardi di yen fino al 2027, senza specificare però la fonte dei finanziamenti, suscitando critiche da parte dell’opposizione.

Recentemente, la Dieta giapponese ha approvato una legge che potenzia il sostegno finanziario alle famiglie, ampliando gli assegni familiari e riducendo i costi legati alla maternità e all’istruzione superiore.

Il calo dei tassi di natalità in Giappone è il risultato di diversi fattori tipici delle economie in crescita, come l’aumento dei costi, la maggiore partecipazione delle donne al lavoro e all’istruzione, e una maggiore diffusione della contraccezione. Questi elementi hanno contribuito a una diminuzione delle nascite nel Paese.

L’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità avranno ripercussioni significative sull’economia e sul benessere della popolazione nel lungo periodo, non solo in Giappone ma anche in altri Paesi come la Cina e la Corea del Sud. Attualmente, il Giappone è il Paese con la popolazione più anziana al mondo, con oltre il 15% degli abitanti oltre i 75 anni e il 29% oltre i 65 anni, mentre solo l’11,6% ha un’età compresa tra 0 e 14 anni.

La popolazione giapponese è in costante calo dal 1975 a causa della diminuzione delle nascite e delle restrizioni sull’immigrazione. Questa situazione, se non affrontata adeguatamente, potrebbe avere conseguenze negative sull’economia del Paese, con una riduzione della forza lavoro che potrebbe compromettere l’innovazione e la produttività non solo in Giappone ma a livello globale.