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Crisi climatica: record di calore e allarme globale

Il mese di maggio 2024 segna un pericoloso trend di riscaldamento globale

Crisi climatica: record di calore e allarme globale

Il mese di maggio del 2024 ha segnato un nuovo record come il più caldo mai registrato dall’inizio delle misurazioni. È il dodicesimo mese consecutivo in cui le temperature hanno superato i valori precedenti, e l’undicesimo in cui hanno superato di oltre un grado e mezzo quelli dell’epoca pre-industriale. I dati del Copernicus Climate Change Service hanno lanciato un allarme che ha spinto il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a chiedere agli stati membri un impegno più deciso sul fronte climatico.

Questo trend preoccupante ha portato molti esperti a sottolineare l’importanza di agire rapidamente per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi. Mantenere il riscaldamento globale entro il grado e mezzo è cruciale per evitare un punto di non ritorno climatico, che secondo le previsioni attuali potremmo superare già entro il 2034.

Le medie globali registrate a maggio 2024 dal Copernicus Climate Change Service hanno evidenziato un aumento di 0,6 gradi rispetto al periodo 1991-2020 e di ben 1,52 gradi rispetto al periodo 1850-1900, considerato come epoca pre-industriale. Nel corso dell’ultimo anno, con 11 mesi su 12 che hanno battuto i record precedenti, le temperature sono state in media 0,75 gradi superiori al periodo 1991-2020 e 1,63 gradi superiori all’epoca preindustriale.

Secondo il Global Annual to Decadal Climate Update della World Meteorological Organization, c’è un’alta probabilità che nei prossimi quattro anni le temperature superino temporaneamente il grado e mezzo al di sopra di quelle pre-industriali. Inoltre, c’è una probabilità del 47% che le medie nel periodo 2024-2028 si mantengano costantemente al di sopra di questa soglia, rappresentando un passo significativo verso il superamento degli obiettivi degli accordi di Parigi.

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L’immagine mostra le anomalie di temperatura medie globali dell’ultimo anno, in rapporto alle temperature dell’epoca pre-industriale. Data source: ERA5. Credit: C3S/ECMWF.

Il superamento del grado e mezzo al di sopra delle temperature pre-industriali è considerato un punto di non ritorno climatico, in grado di innescare cambiamenti irreversibili sulla Terra. Le previsioni indicano che, se non vengono adottate misure drastiche per ridurre le emissioni, potremmo superare questa soglia già entro il 2034, cinque anni prima di quanto previsto inizialmente.

Un recente rapporto basato sui dati del Copernicus, denominato “Indicators of Global Climate Change”, ha evidenziato che il riscaldamento globale causato dalle attività umane sta procedendo a un ritmo di 0,26 gradi per decennio, il più rapido mai registrato. Considerando il ritmo attuale, il budget rimanente di carbonio, ovvero la quantità di CO2 che possiamo ancora emettere prima di superare irreversibilmente il grado e mezzo al di sopra delle temperature pre-industriali, è stimato in soli 200 gigatonnellate, sufficienti per appena cinque anni.

Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, sottolinea che la situazione attuale richiede un’azione coordinata e rapida per evitare scenari climatici estremi. Stabilizzare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera potrebbe consentire di tornare a temperature più miti entro la fine del secolo, altrimenti ci troveremo ad affrontare una Terra con temperature molto superiori a quelle del passato.

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