Politica

Direttiva Case Green: Ristrutturazioni Edilizie e Sfide Ambientali

L'impatto della direttiva europea sulle abitazioni e l'efficienza energetica

Direttiva Case Green: Ristrutturazioni Edilizie e Sfide Ambientali

Dopo gli anni del Superbonus, parlare di ristrutturazioni edilizie assume una nuova prospettiva con l’introduzione della direttiva “Case green”. Questa iniziativa ambiziosa si propone di ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle abitazioni entro il 2050. Tuttavia, sorgono interrogativi sulle modalità di attuazione e sui costi che coinvolgeranno decine di milioni di edifici, i cui dettagli economici restano ancora da definire.

La questione è diventata oggetto di scontro politico in vista delle elezioni europee, con l’Italia tra i paesi più direttamente interessati. Il nuovo Parlamento europeo che emergerà da questo contesto sarà chiamato a occuparsi in modo prioritario di questa delicata tematica.

La riforma alla base della direttiva “Case green” è stata motivata dai dati che evidenziano il ruolo significativo degli edifici nel consumo energetico e nelle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. In particolare, si stima che il 75% degli edifici sia inefficiente dal punto di vista energetico, contribuendo in maniera rilevante all’inquinamento ambientale.

La necessità di rendere le abitazioni più efficienti dal punto di vista energetico è cruciale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE, come previsto dal programma “Fit for 55“. Tuttavia, l’Italia si colloca al di sotto della media europea per quanto riguarda le emissioni degli edifici residenziali, evidenziando la necessità di interventi mirati nel nostro paese.

Quanto inquinano le case da ristrutturare per la direttive europea case green
Quanto inquinano gli edifici residenziali nell’Unione europea (fonte: Commissione europea)

Il parco edilizio italiano, caratterizzato da una significativa vetustà, rende l’Italia uno dei paesi che dovrà affrontare le maggiori sfide per adeguarsi alla direttiva. Secondo il report del Politecnico di Milano, oltre il 40% degli edifici nazionali risale al periodo compreso tra il 1945 e il 1972.

Le prime ristrutturazioni coinvolgeranno principalmente gli edifici con classificazione energetica F e G, che rappresentano circa 3,8 milioni di abitazioni. Considerando anche la classe E, il numero sale a 5,8 milioni. Tuttavia, sono previste eccezioni per determinati tipi di edifici, come quelli adibiti a uso stagionale o con particolare valore storico o architettonico.

Prima che l’Italia recepisca la direttiva, si stima che potrebbero passare fino a due anni. Nel frattempo, le prime valutazioni sui costi indicano che l’efficientamento energetico delle abitazioni richiederà un investimento significativo, stimato tra i 285 e i 320 miliardi di euro entro il 2030. Questo implicherà un coinvolgimento sia del settore pubblico che privato, con una spesa media per famiglia di circa 48.000 euro per adeguare un appartamento in condominio.

Il costo stimato della ristrutturazione per la direttiva case green
Il costo stimato della ristrutturazione per la direttiva case green (fonte: Cresme)

Nonostante i costi iniziali elevati, l’efficientamento energetico potrebbe portare a una riduzione fino al 40% delle bollette energetiche. Resta da definire chi si farà carico di queste spese, con la direttiva che lascia agli Stati membri la decisione di supportare finanziariamente tali interventi.

Sul fronte politico, si evidenzia una netta divisione tra i partiti europei riguardo alla direttiva “Case green”. Mentre i partiti di orientamento conservatore pongono l’accento sulla difesa delle abitazioni e sull’importanza di obiettivi realistici e flessibilità, le forze progressiste promuovono politiche ecologiste e la decarbonizzazione come strumenti per aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni.

Links: