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Putin propone condizioni per la pace con l’Ucraina

Il leader russo esclude Zelensky dai negoziati internazionali

Putin propone condizioni per la pace con l’Ucraina

Il leader russo Vladimir Putin non esclude la possibilità di avviare negoziati con l’Ucraina, ma ha chiarito che non considera Zelensky una figura legittima per stipulare accordi ufficiali, poiché ciò sarebbe contrario alla legge. Questa posizione è stata espressa dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante la conferenza di pace in corso in Svizzera, alla quale partecipano leader di oltre 80 Paesi. È interessante notare che, nonostante la presenza di numerosi leader internazionali, Cina e Russia non hanno inviato delegati.

Putin ha delineato le sue condizioni per la pace prima dell’inizio del summit: la Russia richiede che l’Ucraina rinunci all’adesione alla NATO, ritiri le truppe da tutti i territori occupati, compresi Kherson e Zaporizhzhia, oltre alla Crimea e al Donbass. Il leader russo ha sottolineato la necessità che l’Ucraina mantenga uno status neutrale, non allineato e non nucleare, proceda alla smilitarizzazione e denazificazione, ritiri completamente le truppe dalle regioni rivendicate dalla Russia e garantisca i diritti e le libertà dei cittadini di lingua russa.

Putin ha anche richiesto la revoca delle sanzioni occidentali contro la Russia e ha fatto riferimento ai colloqui del 2022 a Istanbul, sottolineando che erano stati concordati dettagli come il numero dei carri armati. L’agenzia Tass ha titolato in modo significativo: “La Russia propone una nuova soluzione per la pace con Kiev”. Tuttavia, nonostante queste proposte, Mosca sembra non essere disposta a intraprendere negoziati veri e propri, continuando a chiedere la totale capitolazione dell’Ucraina.

Il rifiuto dei termini proposti potrebbe portare a una situazione ancora più critica, come avvertito da Putin, sottolineando che la responsabilità politica e morale di continuare il conflitto ricadrebbe su Kiev e sulle capitali occidentali. Secondo il portavoce del Cremlino, Peskov, la situazione sul fronte evidenzia il peggioramento della situazione per gli ucraini, sottolineando che un politico che mette gli interessi del suo Paese al di sopra di quelli personali e dei suoi sostenitori dovrebbe valutare attentamente una proposta del genere.

La questione della legittimità di Zelensky è stata nuovamente sollevata da Peskov, che ha dichiarato che, sebbene Mosca consideri illegittimo il presidente ucraino a causa della scadenza del suo mandato, ciò non dovrebbe ostacolare l’avvio dei colloqui che coinvolgono esperti e specialisti. Secondo Peskov, ciò che conta attualmente non è chi guida i colloqui, ma che i risultati siano sottoscritti da rappresentanti legittimi, escludendo quindi Zelensky.

Zelensky ha respinto la proposta definendola irricevibile, posizione condivisa dall’Alto Rappresentante dell’UE Josep Borrell, che ha criticato le richieste di Putin come tentativo di legittimare l’invasione e minare gli sforzi di pace.

Il summit in Svizzera si sta concludendo, con una dichiarazione finale che sottolinea l’importanza del coinvolgimento e del dialogo tra tutte le parti per raggiungere la pace. Tuttavia, diversi Paesi, tra cui Armenia, Brasile, Colombia, India, Indonesia, Libia, Messico, Sudafrica, Thailandia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, non hanno firmato il documento, evidenziando le divisioni presenti.

La premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia ad aiutare l’Ucraina e ha sottolineato la necessità di unire gli sforzi per garantire un futuro pacifico al Paese. Zelensky ha annunciato la volontà di presentare un piano di pace alla Russia in un secondo summit di leader, con diversi Paesi che si sono offerti di ospitarlo. Tuttavia, al momento, le distanze tra Kiev e Mosca sembrano ancora molto ampie.

Volodymir Zelensky al summit per la pace in Svizzera, via LaPresse
Volodymir Zelensky al summit per la pace in Svizzera, via LaPresse

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Staff
  • PublishedJune 16, 2024