Il futuro dell’informatica: computer biologici ispirati al cervello umano
L'innovativa startup svizzera che sta rivoluzionando l'intelligenza artificiale
I successi dell’informatica moderna derivano dall’intuizione di replicare, nei chip dei computer, il funzionamento del cervello umano, il calcolatore più potente creato dalla natura. Le reti neurali artificiali sono alla base delle più avanzate intelligenze artificiali attuali, come ChatGpt e Dall-E, che sembrano superare le capacità umane. Una startup svizzera ha deciso di spingersi oltre, ispirandosi al sistema nervoso per creare una rete neurale basata su minicervelli biologici, aggregati di neuroni creati in laboratorio che consumano meno energia dei computer tradizionali.
Il consumo energetico è uno dei punti deboli delle intelligenze artificiali di ultima generazione. Ad esempio, per addestrare un grande modello linguistico come ChatGpt-3, sono necessari circa 10 gigawattora, equivalente a sei volte il consumo annuale di un cittadino dell’UE. I consumi energetici continuano anche dopo l’addestramento della rete neurale, con previsioni che indicano che entro il 2030 l’AI rappresenterà il 3,5% dei consumi elettrici globali.
Il cervello umano è molto più efficiente: per far funzionare 86 miliardi di neuroni, richiede solo 0,3 kilowattora. FinalSpark, la startup svizzera, ha sviluppato un computer basato su chip biologici, chiamati organoidi, che simulano le funzioni di un cervello umano. Questo approccio, noto come wetware computing, utilizza 16 minicervelli collegati da elettrodi e alimentati da un sistema microfluidico che fornisce acqua e nutrienti alle cellule. Consuma solo una frazione dell’energia di un computer tradizionale.
Le capacità del computer biologico sono attualmente limitate rispetto a quelle di un’intelligenza artificiale digitale. Tuttavia, essendo un campo di studio emergente, è comprensibile. Al momento, il dispositivo è utilizzato principalmente per esperimenti di wet computing a fini di ricerca. Negli ultimi tre anni, la Neuroplatform ha impiegato oltre mille organoidi cerebrali, raccogliendo più di 18 terabyte di dati. I ricercatori pianificano di espandere le capacità della piattaforma per gestire una gamma più ampia di protocolli sperimentali, inclusa la possibilità di somministrare molecole e farmaci agli organoidi per valutarne gli effetti.
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